Dopo le giornate che hanno visto l’apertura di un nuovo fronte di guerra, la richiesta di aderire alla Nato da parte di Kiev (ieri l’ex premier Tymoshenko ha lanciato l’idea di un referendum con cui l’Ucraina potrà stabilire se voler fare richiesta di adesione o meno) e la durissima replica di Putin («siete come i nazisti» e «ricordo che la Russia è una potenza nucleare»), a tenere banco nella crisi ucraina è la Nato.

In attesa del vertice di Cardiff della prossima settimana, ieri il Financial Times ha pubblicato un articolo secondo il quale l’Inghilterra starebbe per mettersi alla testa di 10mila uomini da dislocare in funzione anti Russia. Il contingente dovrà effettuare esercitazione (e tutto sommato fungere da deterrente, o almeno si crede, nei confronti di Putin), ma è chiaro che la mossa rischia di compromettere eventuali tentativi di accordi e negoziazioni, spingendo al limite proprio l’assunto che Putin ha sempre voluto evitare, ovvero un nuovo e imponente allargamento a est dell’Alleanza atlantica, attraverso l’Ucraina.

«La Gran Bretagna ed altri sei Stati stanno per creare una nuova forza di spedizione congiunta di almeno 10mila uomini per rafforzare il potere della Nato in risposta all’aggressione russa in Ucraina, mentre Kiev ha rinnovato gli forzi per aderire all’alleanza militare», ha scritto il Financial Times, specificando che «la forza sarà uno dei passi più audaci intrapresi da un gruppo di membri della Nato in risposta alla crisi». L’obiettivo, scrive ancora il quotidiano britannico, è «creare una forza di divisione pienamente funzionante per un rapido dispiegamento e regolari, frequenti esercitazioni. Funzionari coinvolti nella pianificazione affermano che avrà la capacità di aumentare significativamente in termini di dimensioni».

Dopo aver specificato che – per la prima volta nella storia – tutti i soldati britannici sono sul suolo inglese, si precisa che «la forza includerà unità aeree e navali così come truppe da terra e sarà guidata da comandanti britannici, insieme ad altre nazioni partecipanti che contribuiranno con unità e truppe specializzate. Tra i Paesi coinvolti attualmente ci sono Danimarca, Lettonia, Estonia, Lituania, Norvegia e Paesi Bassi. Anche il Canada ha espresso interesse a partecipare».

L’annuncio della creazione della forza potrebbe essere annunciato la prossima settimana dal premier britannico David Cameron in occasione del summit della Nato che si terrà in Galles, a cui la Russia di Putin non è stata invitata.

Per rimanere in tema di Inghilterra, ieri una fonte del governo britannico avrebbe rivelato che in Ucraina orientale ci sarebbero già 4-5mila soldati russi, molti più dei mille denunciati nei giorni dalla Nato. I militari, secondo la fonte, stanno combattendo nei pressi di Donetsk e Lugansk, mentre altre 20mila unità sono appostate al confine all’interno del territorio russo. Si tratterebbe, ma al momento non ci sono conferme, di un contingente in grado di muoversi e spostare l’ago della bilancia del conflitto.

La Russia ha continuato a negare la presenza di proprie truppe sul territorio ucraino e anzi, ieri, i ribelli filorussi, hanno acconsentito alla creazione di una sorta di corridoio, per consentire ai soldati ucraini presi nella morsa di Ilovaisk, nella regione orientale del Donetsk, di tornare nelle proprie basi. I ribelli filorussi hanno annunciato di aver circondato centinaia di soldati di Kiev in località diverse e il ministro della Difesa dell’autoproclamata repubblica popolare del Donetsk, Vladimir Kononov, ha precisato che solo ai militari disarmati è stato concesso di ritirarsi.

Con quanti hanno cercato di liberarsi ricorrendo alle armi ci sono stati scontri, con morti e feriti. Il comandante del battaglione ucraino della regione del Donbass, Semion Semionchenko, ha parlato di molti soldati prigionieri ed ha reso noto che il presidente Petro Poroshenko ha chiesto di trattare per uno scambio con i prigionieri russi catturati in Ucraina.

Nel frattempo arrivano alcune novità dal fronte di guerra. Secondo i separatisti sarebbe all’orizzonte una nuova controffensiva militare nelle zone meridionali. I separatisti ieri hanno annunciato di aver catturato oltre 100 militari ucraini appartenenti ai reparti rimasti circondati vicino al villaggio di Starobesheve e hanno specificato di aver fatto proprio quanto lasciato dalle truppe regolari di Kiev in fuga. «L’esercito ucraino – hanno comunicato ha lasciato sul campo di battaglia parecchio materiale, munizioni e 40 mezzi militari» che sarebbero finiti nelle mani dei miliziani «nelle ultime 24 ore».

L’autore di queste comunicazioni, il nuovo premier della Repubblica di Donetsk, Alexander Zakharcenko, ieri sarebbe inoltre stato vittima di un attentato. Un colpo di arma da fuoco è stato sparato contro l’auto su cui viaggiava . Lo ha detto all’agenzia Interfax Serghiei Kavtaradze, un membro del Consiglio di sicurezza dei ribelli di Donetsk.