Incomincio con una affermazione lapalissiana solo per situare facilmente ciò che verrò dicendo: l’affermazione è la seguente e ovvia. La situazione è pessima pericolosa avvilente, mettete in fila tutti gli aggettivi peggiori e siamo sempre in argomento. Ciò detto, resta comunque in capo la domanda : ma allora, che fare?

Mi sono risposta così: la prima cosa di cui occuparsi è di respingere restringere ridurre far scomparire la diffusissima noia disinteresse schifo rifiuto rigetto della “politica”, che ha raggiunto livelli di guardia da un bel po’. Dunque l’ostacolo principale da affrontare è il diffuso astensionismo delle e dei votanti . La prendo un po’ alla lontana, ma arrivo presto al dunque. Non abbiamo una festa nazionale, dico degna di questo nome: infatti il “2 giugno” con pranzo di gala nei giardini del Quirinale non lo è, e quando è accompagnata da sfilate militari, peggio, perché tra l’altro le Forze armate hanno già la loro festa il 4 novembre e non si capisce perché dovrebbero averne due.

I Francesi ad esempio festeggiano il 14 luglio, presa della Bastiglia, non certo assaltando le carceri, bensì ballando tutta la notte. Hanno così da tempo trasformato una gloriosa ma luttosa data in festa e divertimento. Una festa a buon mercato, agibile da tutti/e, fruibile da tutte/i. Mi domando che cosa c’è nella nostra gloriosa storia di altrettanto godibile e riconosciuto. E mi rispondo: certamente la cucina. Famosa variissima gustosa povera salutare (la famosa dieta mediterranea!).

Propongo allora che ogni 2 giugno cittadini e cittadine comitati gruppi amici circoscrizioni circoli scolastici e insomma qualsiasi aggregazione pacifica e senza fini di lucro occupino pacificamente tutti gli spazi di verde pubblico parchi giardini viali alberati cortili di scuola… e lì mettano banchetti tavole magari tovaglie in terra come si fa nei pic-nic e ci si scambino barattino offrano preparino i cibi e le bevande nazionali e locali per tutto il giorno. Dato che ci si trova, si può mettere da una parte un tavolino con volantini disegni stampati dischi ecc.ecc. con proposte a cominciare dalle scadenze politiche in corso, ad esempio il referendum, oppure un testo di legge di iniziativa popolare, oppure qualcosa che si vorrebbe introdurre.

Poiché il discorso è fatto da cittadini e cittadine che non hanno altri segni di riconoscimento o di arruolamento, si tratta di azioni che realizzano il secondo comma dell’art.1 della Costituzione, il quale recita: «La sovranità appartiene al popolo che la esercita secondo le leggi», non è previsto che la deleghi , si tratta di un esercizio in proprio, da esercitare appunto senza che nessuno ci possa mettere su il cappello, la sovranità non è di nessun altro che del popolo. A me sembra fattibile e mi auguro che si possano già fare dei bellissimi gustosi festeggiati “2 giugno” ovunque da quest’anno. E in autunno arriva il referendum sconciacostituzione. Evviva!