Quattro Tornado e circa 150 specialisti dell’aeronautica militare partono per la guerra all’Isis. La missione italiana sta cambiando faccia. Non più solo l’invio di armi ai kurdi, non più solo il trasferimento sul fronte di guerra di duecento «addestratori»: in partenza per il confine iracheno adesso ci sono anche «assetti pilotati». È la formula che la ministra della difesa Pinotti aveva utilizzato ad ottobre davanti alle commissioni parlamentari. Allora era sembrata riferirsi all’impiego di aerei militari da trasporto (per armi e droni), almeno così aveva inteso deputati e senatori. Poi, due giorni fa, ai presidenti Boldrini e Grasso è arrivata una lettera della ministra, nella quale si annuncia come cosa fatta la partenza degli aerei da guerra e dei militari, quattro gruppi di volo, per la base aerea di Kuwait City. Con compiti, si dice, «di ricognizione», ma sono caccia attrezzati per l’attacco al suolo ed è prevedibile che saranno impiegati nei bombardamenti. Lunedì l’ufficio di presidenza della commissione difesa della camera chiederà alla ministra di riferire. Magari con il neo ministro degli esteri Gentiloni, che è già atteso sul programma.