Sono gli Storyboomers il cuore della ventiduesima edizione del Capalbio Cinema International Film Festival (9-12 luglio http://www.capalbiocinema.com/2015).

Con questo neologismo, spiega il direttore Tommaso Mottola, si «dà un nome a una generazione che sta per travolgerci con una esplosione di storie e di formati, e che sta rivoluzionando giorno dopo giorno il concetto di cinema in presa diretta. Grazie alla diffusione di sistemi di ripresa e montaggio (micro videocamere, smart phone, droni e go-pro), milioni di ragazzini digital born ma anche uomini e donne di ogni età si stanno impadronendo del linguaggio del cinema e accumulano ogni giorno negli hard disk miliardi di filmati, immagini, suoni. Da qui al creare e caricare nella rete un numero incalcolabile di opere, il passo sta diventando sempre più breve».

Nell’ambito di questo focus saranno molti gli eventi speciali, tra cui la proiezione dell’opera prima di Eleonora Danco, N-Capace, ed una selezione di cortometraggi che risponde alla domanda «cosa ci aspettiamo dal futuro del cinema e della narrazione?». Ed ancora una masterclass con Luca Bigazzi, direttore della fotografia dei film di Paolo Sorrentino e tra i giurati del concorso internazionale dei cortometraggi – Classico Premio di Capalbio – insieme al regista Lamberto Sanfelice, il giornalista Bruno Manfellotto ed il montatore Michal Leszczylowsky.

Tra i corti in competizione solo un italiano – Gas Station di Alessandro Palazzi, una prospettiva sull’Italia attraverso gli occhi di due «clandestini» che lavorano abusivamente ad una pompa di benzina – ed una selezione di titoli provenienti da tutto il mondo. Ad affiancare la selezione ufficiale, tra le altre, anche la sperimentale Onde Corte, in cui verranno proiettati in anteprima italiana Waves ’98 di Ely Dagher – vincitore quest’anno del miglior cortometraggio al Festival di Cannes – e Varicella di Fulvio Risuleo, anch’esso vincitore a Cannes 2015 tra i corti della Semaine de la Critique.

Infine, quest’anno il Festival di Capalbio inaugura la collaborazione con il Sundance Institute per un workshop dedicato agli sceneggiatori, sull’impronta di quelli che da tempo si tengono nel Festival indipendente americano.

Gli otto selezionati avranno l’opportunità di approfondire e lavorare sulle loro sceneggiature insieme a dei «tutor creativi» professionisti come la regista Joan Tewkesbury, sceneggiatrice di capolavori di Robert Altman come Nashville.