Colazione al Pignese: niente Hepburn e diamanti ma caffè e sardenaira insieme a Elio e le Storie Tese, «provati» reduci da un doppia grande performance: prima sul palco dell’Ariston, nella serata delle cover, con Quinto ripensamento, cover/reboot della Quinta di Beethoven riletta da Walter Murphy nel 1977 per La febbre del sabato sera, poi a Villa Ormond, con gli amici del Dopofestival insieme allo straordinario Adrian Belew, voce e chitarra dei «secondi» King Crimson (e turnista per Frank Zappa e David Bowie). Un’esibizione che ha parzialmente consolato la band che, a inizio festival, sognava di arrivare in finale tramite il ripescaggio: «Per adesso la nostra missione sanremese è parzialmente fallita: volevamo tornare in gara tramite il ripescaggio ma forse altri cantanti ci hanno rubato l’idea» dichiara sconsolato Elio «Ma non lasceremo nulla di intentato, ci proveremo fino all’ultimo».

Tra una risata e la curiosità serpeggiante per ciò che contiene un misterioso sacchetto firmato LELO, gli Elii raccontano il loro decimo album di studio, uscito ieri, dal chiarissimo, ed evocativo, titolo Figgatta de blanc, citazione burlesca e iconoclasta di uno storico album dei Police: «I titoli dei nostri dischi li abbiamo sempre trovati all’ultimo minuto» ricorda Rocco Tanica. «Questa volta l’idea iniziale di Elio era chiamarlo Merda, poi, per ammorbidirlo, siamo passati a Merdata, poi è cambiato nuovamente in Figa, Figata e alla fine Figgatta».

L’album è composto da tredici brani dove, per la prima volta (un po’ come i Pooh), tutti si esibiscono nel canto come in I delfini nuotano dove i quattro membri fondatori del gruppo (Elio, Rocco Tanica, Cesareo e Faso) cantano un quarto di canzone. La lista ospiti annovera nomi illustri come J-Ax, Vittorio Cosma, Mauro Pagani e la voce di Francesco Di Giacomo, storico cantante del Banco del Mutuo Soccorso, scomparso due anni fa, con la splendida Bomba intelligente, «regalata» al gruppo dalla famiglia di Francesco.

Mancata per un soffio invece la partecipazione nel disco proprio del batterista dei Police Stewart Copeland: «Troppo impegnato con la pizzica e la taranta, una musica che detesto» aggiunge Rocco Tanica «Bisogna sempre dire che è una figata trans-culturale». In partenza anche un tour, Piccoli Energumeni, prima data il 29 aprile ad Assago, che toccherà tutti i più grandi palazzetti d’Italia e che, sempre per la prima volta, sarà uno spettacolo strutturato con grande scenografie: «Prima abbiamo sempre suonato in posti un po’ improvvisati» e addirittura un corpo di ballo «Rigorosamente composta da milf, da ballerine quarantenni a fine carriera» anticipa Faso.

Tornando al disco, presto svelato il contenuto delle peccaminose buste LELO: è disponibile infatti anche una versione deluxe in 1.000 copie, LELO e le Storie Tese, un box speciale, in tutti i sensi, che contiene, oltre al cd, LELO SIRI 2, un potente massaggiatore che vibra rispondendo a qualsiasi suono, preferibilmente una playlist composta da brani del gruppo: «Abbiamo stretto una partnership con LELO, il marchio di design svedese leader mondiale in prodotti per la vita intima» rivela Rocco Tanica «Siamo un gruppo vicino alle persone che godono, non a quelle che soffrono. Siamo il contrario di Barbara D’Urso insomma».

Il «colanzo» (italianizzazione di brunch) prosegue fra ricordi cult sanremesi come l’apparizione/scomparsa di Jo Chiarello, invidia per certi testi dei Pooh: «Lingua di menta fra i denti è una frase che mi ossessiona da sempre» dichiara Jantoman e la speranza che, con il LELO, il disco assomigli un po’ a certe copertine di Fausto Papetti ma che diventi anche «un bellissimo gioco per bambini, come la corsa con le automobiline» aggiunge Cesareo «e poi chissà, forse abbiamo installato un microcamera all’interno di questo gioiellino scandinavo. L’abbiamo già dichiarato: siamo davvero fan delle prime volte».