Scriviamo a nome di un gruppo cospicuo di insegnanti della scuola dell’infanzia e del nido comunale di Padova per avere risposte concrete rispetto alla situazione che stiamo vivendo. Da quasi dieci anni il Comune di Padova ci assume con contratti a tempo determinato (1 settembre- 30 giugno) per coprire posti realmente vacanti e sostegni basandosi su graduatorie di assegnazione con rinnovo triennale redatte tramite regolari concorsi.

Nel corso di questi 10 anni abbiamo garantito il funzionamento della scuola, partecipato attivamente ai corsi di aggiornamento, fornito una continuità educativa ai bambini sostenendoli nel loro percorso di crescita senza mai tirarci indietro.

Quest’anno, a due giorni dall’apertura delle scuole dell’infanzia cosa è successo?

60 insegnanti lasciate a casa senza alcun tipo di preavviso perché pare abbiano lavorato troppi mesi da precarie. Superati i 36 mesi di servizio siamo passate da precarie a disoccupate.

Ora, a parte la grave penalizzazione lavorativa ed economica a cui dobbiamo improvvisamente far fronte, siamo state «scaricate» senza nessuna comunicazione legale/formale e scavalcate da personale, più avanti di noi in graduatoria, privo di quella esperienza che noi abbiamo maturato negli anni di servizio.

Di fatto non sappiamo ancora il motivo o il riferimento legislativo a cui il comune si è appellato per non farci lavorare.

Che fine ha fatto la circolare n°3 2015 Madia che equipara le scuole comunali a quelle statali per le quali il vincolo dei 36 mesi verrà attuato a partire dal 1 settembre 2016? Dobbiamo pensare che non lavoreremo più per il Comune di Padova? La graduatoria nella quale siamo inserite, valida fino a febbraio 2017, che fine farà?

Perché a Roma le precarie comunali, dopo la circolare Madia, sono state richiamate in servizio, con la prospettiva di assunzioni a tempo indeterminato nell’arco di due anni e noi di Padova no?

Dobbiamo prepararci e preparare tutti i genitori che usufruiscono dei servizi scolastici comunali che la nostra «scuola buona», che era davvero un fiore all’occhiello della pubblica amministrazione, venga data in gestione a delle cooperative con tutti i disservizi che ben conosciamo? Quanto dobbiamo ancora aspettare affinché ci vengano date quelle risposte concrete che ci consentono di capire questa ingiusta diseguaglianza tra Roma e Padova?

La comunità europea non spinge affinché l’Italia si adegui all’eliminazione del precariato mediante la stabilizzazione? Il comune di Padova non lo sta facendo.

Abbiamo il sacrosanto diritto di ricevere risposte concrete in merito alla nostra difficile situazione e al nostro futuro di insegnanti.

Le insegnanti precarie del Comune di Padova