Nella primavera scorsa trentaduemila romani hanno sottoscritto quattro delibere di iniziativa popolare per l’acqua bene comune, il riuso sociale del patrimonio abbandonato, la finanza sociale e la scuola pubblica. Oltre mille banchetti e iniziative pubbliche in novanta giorni, terminati il 22 luglio 2014 con la consegna delle firme in Campidoglio sono serviti a portare oggi in Cosiglio comunale il risultato di un’esperienza unica.

La calendarizzazione della discussione è stata ottenuta grazie alla pressione politica della coalizione sociale di Deliberiamo Roma, forte di aver aperto un discorso pubblico in città che inverte la tendenza degli ultimi decenni, riavvicinando le tematiche costituzionali a quelle sociali, e grazie alla consegna di una lettera di diffida presso il Consiglio Comunale, presentata dal Comitato promotore delle 4 delibere.

Associazioni, comitati, cittadini, movimenti e spazi sociali si sono uniti, nella Capitale, per delineare un nuovo modello di città, partendo da 4 temi fondamentali – l’acqua, il patrimonio immobiliare, la scuola e l’economia – e oggi la propositività da loro elaborata, non di nicchia né corporativa, arriva in aula.

La risposta politica che darà il Consiglio Comunale sarà determinante e indicherà un risultato non solo sul piano della politica locale. Il centrosinistra, tormentato dalla disaffezione e dall’astensionismo, darà un segnale di apertura, ascolto della cittadinanza e cambiamento? Quale relazione è disposto a instaurare con la propositività dal basso, espressa nelle delibere di iniziativa popolare?

Sinistra ecologia Libertà, sempre più sofferente nelle alleanze territoriali con il PD, romperà il voto di maggioranza sulle 4 proposte di Deliberiamo Roma che nei mesi precedenti aveva esplicitamente sostenuto, assieme al comitato romano di L’Altra Europa?

Il Movimento 5 stelle, che ha conquistato una quota di preferenze importante alle elezioni di Roma facendo appello al valore della partecipazione, darà un segnale netto di appoggio alle richieste popolari su acqua, scuola, patrimonio e finanza?

La discussione delle 4 proposte di Deliberiamo Roma arriva in aula in un momento propizio, in cui è ancora possibile recuperare la fiducia dei cittadini, dopo l’emersione del sistema mafioso dalle indagini. Se Mafia Capitale ha mostrato la potenza e capillarità di una gestione del pubblico fondata sulla discrezionalità, sulle clientele e sulla ricerca del profitto privato; oggi il Sindaco può mostrare una strada opposta, valorizzando i percorsi di cittadinanza attiva e il controllo dal basso, unico vero antidoto a ogni mafia e alla corruzione politica.

Siamo nel mezzo della discussione sul bilancio previsionale 2015, che prevede tagli in città per 300 milioni che causeranno una nuova stangata verso la ridistribuzione della ricchezza al contrario, a favore dei più ricchi, delle lobby finanziarie ed immobiliari. L’amministrazione può comportarsi come una impresa in fallimento, seguendo la miopia dell’austerità e cercando di colmare un debito insanabile, svendendo beni pubblici e privatizzando servizi, oppure può mettere in atto un’altra politica di riduzione della spesa, in autonomia dal Governo, dando spazio alle forme dell’economia collaborativa e sociale, valorizzando i beni comuni, le comunità locali, le periferie e le grandi risorse sociali che il territorio urbano ancora conserva.