«AAA cercasi» Disegno di legge «Buona Scuola». L’improrogabile, imprescindibile, urgentissimo provvedimento che il governo Renzi ha concesso alla discussione del parlamento doveva essere calendarizzato in commissione oggi. Non si sa però se alla Camera o al Senato. Oggi però la discussione non partirà perché il Ddl è semplicemente scomparso. La discussione, da cui dipendono le sorti di 100.701 docenti precari, partirà, forse, il 31 marzo. Per poi interrompersi dopo una manciata di giorni. Ci sono le vacanze di Pasqua. Poi il primo maggio.

A quel punto l’ultimatum imposto dal governo alle camere, approvare il Ddl in 40 giorni, ha dunque già perso 14 giorni. Venticinque se si contano i giorni passati dall’approvazione in Consiglio dei ministri. Dato che i tempi medi di approvazione di un Ddl è di 35 giorni alla Camera e di 45 al Senato il governo Renzi si è impegnato in una sfida inverosimile. Fare in 40 giorni ciò che si fa in 80. Si tratta di una sfida alle leggi della fisica. È come mettere Phileas Fogg, il protagonista del giro del mondo in 80 giorni, su un Concorde per fargli bruciare le tappe.

Sarà dunque un miracolo se il Ddl dovesse essere approvato a fine maggio, considerando che dovrà passare l’esame della Camera e del Senato, o viceversa. Il termine è categorico: entro quella data dovranno essere terminate le operazioni di immissione in ruolo dei docenti. Per farlo c’è bisogno di una legge che al momento non esiste. Poi il Miur e i provveditorati dovranno avviare la macchina amministrativa per le assunzioni.

Il prossimo anno scolastico è a rischio, anche perché non si sa quale testo uscirà dalle camere dove si annunciano scontri molto duri su un testo che introduce nella scuola la figura del preside manager e padrone. Forza Italia presenterà un emendamento sulla chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici, chiarendo così il tranello degli albi regionali. Dall’altra parte il Movimento 5 stelle presenterà la sua «controriforma». Sempre che l’esecutivo non si esibisca in un colpo di teatro: un decreto d’urgenza sulle assunzioni.

Dopo avere nascosto sotto il tappeto il Ddl, il governo vive in una bolla di sapone dove boccheggia tra deduzioni assurde e passatempo insensati.

Le dichiarazioni di ieri sono da incorniciare. Il ministro Poletti (ne parliamo qui) non ha rinunciato alla regola degli ultimi governi. Chi accede ad una carica superiore a quella di sottosegretario si sente autorizzato ad esprimere la sua personale visione sulla scuola e sulla vita. Quella di Poletti è di ridurre le vacanze estive da tre a un mese. E mandare gli studenti a lavorare «come hanno fatto i miei figli d’estate che sono sempre andati per un mese al magazzino generale a spostare le casse della frutta».

Il presidente del Consiglio Renzi ha preferito lanciare una duplice boutade a frammentazione. La prima: abolire i Promessi Sposi per legge, «una volta proibiti sono affascinanti, e si rivelano essere un capolavoro assoluto» ha detto ieri alla Luiss. Il prossimo Cdm prenderà dunque una decisione epocale degna dell’Inquisizione? Tutto è possibile, l’importante è ingannare il tempo e parlare di tutto tranne che del vicolo cieco in cui Renzi ha messo la scuola.

La seconda boutade: «L’Italia dei prossimi 50-100 anni sarà sul modello educativo. Su questo ci giochiamo una delle chance di essere superpotenza mondiale». Per capire tale modello bisogna leggere il testo definitivo del Ddl al capitolo «presidi-manager» alla ricerca della squadra del cuore. I nuovi padri-padroni potranno assumere i docenti dagli albi regionali, divisi in liste provinciali o subprovinciali. Il dirigente proporrà ai docenti, anche quelli in altre scuole, un lavoro in base alla cattedra o all’organico funzionale studiando il suo curriculum. E potrà proporre un aumento di stipendio. Proprio come si fa in un’azienda, dove decide il manager. L’incarico durerà tre anni. Poi si ricomincia tutto d’accapo. Il vecchio sogno della scuola-azienda con un turn-over. È il «modello educativo» che renderà il nostro paese «una superpotenza mondiale». In realtà è ciò che il neoliberismo di destra e di sinistra ha ribattezzato scuola «dell’autonomia».

Terminate le comiche di giornata, sul tavolo restano i problemi. In soldoni: a settembre dovrebbero essere assunti 48.818 docenti sui posti vacanti e lavoreranno subito. Tutti gli altri verranno assunti, ma solo formalmente. Perché la loro cattedra partirà dal 2016. E questo anche nel caso in cui il Ddl dovesse essere approvato, per miracolo, dal parlamento.