Maurizio Musolino negli ultimi mesi ha vissuto con intensità, circondandosi di amici, provando a non farsi condizionare, per quanto possibile, dal tumore scoperto lo scorso febbraio. I sintomi della malattia erano emersi prepotenti proprio nel giorno in cui veniva consegnato a Modena il «Premio Stefano Chiarini» che aveva messo in piedi in memoria del nostro collega (al manifesto), e suo caro amico, scomparso quasi dieci anni fa. Poi qualche giorno fa un improvviso e rapido peggioramento.

Maurizio si è spento nella notte tra mercoledì e giovedì. Il dolore profondo, il cordoglio espresso da tanti in queste ore testimoniano l’ampia stima di cui godeva in tutta Italia. Giornalista, esperto della questione palestinese, di Libano, Siria, direttore per alcuni anni di Rinascita, dirigente nazionale del PdcI, Maurizio ha dedicato al Medio Oriente libri, articoli e approfondimenti per oltre venti anni.

È stato il fondatore, assieme a Stefano Chiarini e alla giornalista Stefania Limiti, del «Comitato per non dimenticare Sabra e Shatila». Un progetto per tenere viva la memoria delle circa 3mila vittime palestinesi del massacro del 1982 – nei prossimi giorni avrebbe dovuto guidare la delegazione italiana che ogni anno si reca a Beirut per partecipare alle commemorazioni dei profughi sterminati – e allo stesso tempo per ribadire il diritto al ritorno nella loro terra dei rifugiati palestinesi e dei loro discendenti.

Di origine calabrese, Maurizio Musolino era nato a Roma, città dove ha vissuto i suoi 52 anni e svolto gran parte del suo impegno politico e giornalistico. Viaggiava spesso, in Italia e all’estero, tutte le volte che poteva.

Per conto di Rifondazione prima e del PcdI poi, ha avuto modo di incontrare e confrontarsi con i rappresentanti di partiti comunisti, socialisti e progressisti di tutto il mondo, in modo particolare quelli del Medio Oriente. Aveva centinaia di contatti nella regione e maturato un’ampia esperienza sul campo. Senza alcun dubbio era l’analista italiano con la più profonda conoscenza della sinistra araba.

Rigoroso sui principi, specialmente quando sul tavolo c’erano i diritti del popolo palestinese, infaticabile nell’attività politica e giornalistica, Maurizio Musolino allo stesso tempo metteva in luce una indipendenza di giudizio che gli ha consentito di dialogare con le tante anime di una sinistra italiana sempre più frazionata e di organizzare progetti comuni.

Di lui però gli amici, e ne aveva tanti, ricordano anche il simpatico compagno di serate spensierate, le sue battute taglienti, l’autoironia, la semplicità, la capacità di comprendere le difficoltà e i problemi degli altri. Ci mancherai Maurizio, tanto.

Alla famiglia di Maurizio, alla cara amica Stefania Limiti, a tutti quelli che gli hanno voluto bene e hanno stimato le sue doti, la sua preparazione e la sua passione un abbraccio forte da tutto il collettivo del manifesto

Camera ardente in Via Giorgio Morandi 132 (int. 21 Roma). L’ultimo saluto oggi (9 settembre) alle 14,30 al Tempio egizio al Verano