«Not in my name», la manifestazione indetta dalle organizzazioni musulmane per dire no al terrorismo, ieri ha raccolto una valanga di adesioni. Politici, sindacati, associazioni hanno deciso di scendere in piazza questo pomeriggio – ore 15, Santi Apostoli – per sostenere le comunità di cultura islamica che si dissociano esplicitamente dall’orrore scatenato dall’Isis. Ma chi vuole raddoppiare può aderire anche al corteo della mattina, indetto dalla Fiom e dalla Coalizione sociale, timoniere Maurizio Landini.

La manifestazione di Piazza Santi Apostoli è stata promossa dall’Unione delle comunità islamiche Italiane (Ucoii): «Il mondo islamico senza se e senza ma ha condannato questa tragedia e questi atti di terrorismo», ha spiegato il presidente Izzedin Elzir, che ha ribadito la necessità dell’iniziativa romana «per dimostrare che siamo contro il terrorismo».

Anche il segretario del centro islamico culturale Abdellah Redouane ha confermato la sua partecipazione. La Comunità religiosa islamica (Coreis) ha lanciato un appello affinché alla mobilitazione aderiscano tutti i musulmani, italiani, marocchini, pakistani, senegalesi, turchi, presenti nel nostro Paese. Tante le adesioni pervenute ieri, tra cui quella della Confederazione islamica italiana (Cii).

Nel suo sermone, l’imam della casa della cultura islamica di via Padova a Milano, Mahmoud Asfa, ha detto che «l’Islam è la religione della costruzione, della giustizia, della pace». Ecco, ha aggiunto, perché i terroristi «non appartengono all’Islam, agiscono non per conoscenza, ma per ignoranza enciclopedica di quello che sono l’Islam e i suoi principi».

Riferendosi poi al titolo del giornale Libero del giorno successivo alla strage di Parigi, l’imam milanese ha detto: «Noi non siamo bastardi musulmani, siamo musulmani e basta. Senza aggettivazione». «Nell’Islam non c’è guerra santa – ha concluso Asfa – perché la guerra non è mai santa».

Ma certo la comunità musulmana italiana è chiamata a una prova molto complessa, anche perché una parte dell’opinione pubblica del nostro Paese – come anche della politica – continua ad associarla con il terrore islamista. Matteo Salvini, della Lega, pur essendo stato invitato alla manifestazione di Roma, ha deciso di non partecipare: «Sono stufo di fiaccolate, di minuti di silenzio, fiocchi neri, profili su Facebook – ha spiegato – Bisogna fare, non fiaccolare. La comunità islamica faccia un bel repulisti interno, controlli, denunci, allontani, identifichi, segnali e aiuti le istituzioni italiane. Non è lavandosi la coscienza con mezz’ora di piazza che si risolve qualcosa».

«La manifestazione “contro l’Isis” è già un successo», dicono invece due sostenitori convinti dell’iniziativa, i parlamentari del Pd Khalid Chaouki e Luigi Manconi, che ieri firmavano un appello sulla prima pagina del manifesto.

«Il nostro appello affinché l’iniziativa limpida e coraggiosa dei musulmani non rimanesse solo “dei musulmani”, ma coinvolgesse il maggior numero di italiani, credenti e non credenti, sta ottenendo numerosissime adesioni – dicono – Cittadini di tutte le età, decine e decine di parlamentari, intellettuali e artisti, e tra questi: Ermanno Olmi e Ascanio Celestini, Gad Lerner e Moni Ovadia, Paolo Virzì e Mario Fortunato, Eligio Resta e Nicola La Gioia, Paolo Rossi e Vito Mancuso».

Prima della manifestazione di Santi Apostoli, alle 12, gli organizzatori incontreranno la Presidente della Camera Laura Boldrini. In piazza sarà presente anche una delegazione di Sel e di Sinistra italiana. Annunciano l’adesione di Cgil, Cisl e Uil, e la propria presenza in piazza, anche i segretari generali Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.

Ci sarà anche la Fiom, con Maurizio Landini (leggi l’intervista al manifesto di ieri), dopo che avrà sfilato in corteo per le vie della Capitale (appuntamento 9,30 Piazza Esedra, da lì fino a Piazza del Popolo). Il leader dei metalmeccanici Cgil e di Coalizione sociale ha invitato a sua volta i cittadini musulmani a partecipare alla manifestazione del mattino, indetta originariamente sul contratto e la legge di Stabilità, e diventata un «no alla guerra e al terrorismo» dopo i terribili attentati di Parigi.