Ha provocato 16 morti e una dozzina di feriti l’autobomba che domenica mattina un attentatore suicida ha diretto contro i locali della polizia e della dogana adiacenti al porto di Mogadiscio. La maggior parte delle vittime sono operai e agenti di polizia, ma sono stati coinvolti anche dei venditori ambulanti. A rivendicare l’attacco, con il solito riferimento all’uccisione di «apostati», il gruppo islamista armato Al Shabab, che attraverso la sua radio Al Andalus e via Telegram parla di 30 morti. È il secondo attentato nella capitale somala in due giorni.

Ieri intanto il Consiglio Ue ha deciso di prolungare fino al 31 dicembre 2018 le sue tre missioni in Somalia: quella civile «Eucap», quella per l’addestramento militare «Eutm» e la «Eu Navfor Operazione Atalanta», che mira a contrastare la coiddetta «pirateria» al largo delle coste somale. L’obiettivo di Eucap è quello di rafforzare la capacità della Somalia di assicurare la sicurezza sui mari, mentre la missione militare Eutm dovrebbe addestrare l’esercito somalo (Somali National Army). Ma per come stanno andando le cose sia le tre missioni Ue sia quella militare dell’Unione africana (Amisom) sembrano essere diventate parte del problema e non della soluzione.