«La luce del sole è il disinfettante definitivo», questo pensa Alex Gibney delle operazioni top secret portate avanti dal governo americano. Il suo documentario Zero Days, in concorso a Berlino, affronta infatti proprio la necessità di iniziare un dibattito che coinvolga le massime istituzioni su una delle nuove tecnologie usate per condurre i conflitti globali senza «boots on the ground»: la guerra cibernetica. Le altre, dice il giornalista del NY Times che ha partecipato al film David Sanger, sono «le forze speciali con i loro interventi rapidi e mirati e i droni».

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Come dimostra Zero Days, le complesse trame da film di spionaggio elaborate nelle stanze dell’NSA, della CIA e così via, molte volte si rivelano controproducenti: «se si guarda al passato in cerca di eventi ricorrenti, spesso le operazioni sotto copertura hanno avuto conseguenze inattese – dice Gibney – come quando si sono armati i mujaheddin afghani contro i sovietici. Conseguenze che si rivelano assai più problematiche di ciò che si intendeva risolvere».

Nel caso di Zero Days si parla di un’arma – i virus cibernetici – «i cui effetti non siamo davvero ancora in grado di comprendere, ma che pongono una minaccia radicale ed esistenziale», spiega il regista. A dare un contesto alle ricerche di Gibney e alle dichiarazioni delle sue «gole profonde» ci sono alcuni dei documenti resi pubblici da Edward Snowden che, dice Gibney, «hanno aggiunto dettagli importanti». Lui e Julian Assange, pensa infatti il regista, «hanno reso al mondo un servizio notevole».

Il virus stuxnet su cui il film si concentra è una «creatura» del lavoro congiunto delle intelligence americana e israeliana per compromettere la centrale nucleare iraniana: «Netanyahu non ha mai davvero voluto bombardare l’Iran – spiega Yossi Melman, giornalista di Haaretz che appare nel film – i suoi proclami erano mirati a costringere l’America a partecipare a questa operazione segreta congiunta». Ma da allora, e a causa della perdita di controllo sul virus che lo ha reso analizzabile da tutti, «abbiamo assistito a un moltiplicarsi degli attacchi cibernetici – dice Sanger – non ultimi il recente black out di internet in Turchia e le operazioni di hacking della Corea del Nord».

In Zero Days viene intervistato anche il generale Michael Hayden, ex direttore di CIA e NSA: «Se perfino un veterano dello spionaggio come lui sostiene la necessità di maggiore chiarezza – conclude Gibney – potete farvi un’idea di quanto lontani ci siamo spinti».