L’obiettivo è l’internazionalizzazione del mercato dell’audiovisivo italiano, come dimostra l’uso copioso di termini inglesi che si sostituiscono a quelli italiani nella presentazione – ieri alle Terme di Diocleziano – della seconda edizione del Mia. Il Mercato dell’Audiovisivo si terrà dal 20 al 24 ottobre in concomitanza con la Festa del Cinema di Roma, anch’esso sotto l’egida della Fondazione cinema per Roma che al Mia contribuisce con circa 550.000 euro, su un budget complessivo di un milione e 900mila fornito principalmente dall’Ice, l’Agenzia pubblica per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

«Il Mia fa parte del programma governativo per il potenziamento eventi e fiere italiane – spiega il presidente dell’Ice Michele Scannavini – per cui sono stati stanziati in tutto 160 milioni di euro».
Un evento «che parla del futuro dell’arte e della creatività» dice l’Assessora alla Cultura e alle politiche giovanili della regione Lazio Lidia Ravera.
Soprattutto, una manifestazione che punta a dotare anche il nostro Paese di uno dei luoghi d’incontro più importanti che si accompagnano ai Festival internazionali. Il mercato per l’appunto come osserva Tilde Corsi, produttrice e Vice Presidente Vicario dell’ Anica che sottolinea però come il Mia offra qualcosa di diverso da mercati «più antichi e strutturati come Cannes e Berlino»: in primo luogo «l’unione di tutto il settore dell’audiovisivo».

A dirigere il Mia è Lucia Milazzotto, che racconta infatti come il Mercato sarà suddiviso in tre aree tematiche dedicate rispettivamente al cinema, la tv e il documentario, più una giornata speciale (il 20 ottobre) dedicata all’animazione.
Per quanto riguarda il cinema, il momento più importante è probabilmente quello dedicato al Coproduction Market, che favorisce proprio le coproduzioni internazionali e per il quale sono stati selezionati 24 progetti provenienti da 14 paesi, tra i quali i nuovi film di Salvatore Mereu (Assandira) e Michele Pennetta (The devil’s pit).

E proprio nell’ambito  del Coproduction market verranno assegnati il premio Eurimages per la coproduzione e lo sviluppo – 20.000 euro – e, per la prima volta, il premio Arte al miglior progetto di 5.000 euro.
Piera Detassis, Presidentedella Fondazione Cinema per Roma, sottolinea invece la presenza dell’iniziativa What’s Next Italy: «La presentazione di 15 nuovi progetti italiani – in lavorazione o post-produzione – ai compratori internazionali». Tra i titoli proposti Ammore vero dei Manetti Bros, Amori che non sanno stare al mondo di Francesca Comencini, Rosso Istanbul di Ferzan Ozpetek (coproduzione italo-turca) e L’intrusa di Leonardo Di Costanzo.

La sezione dedicata alla televisione cavalca invece il successo internazionale di Gomorra, e mira soprattutto a sponsorizzare l’Italia come luogo di produzione e coproduzione per le compagnie straniere.
L’ esistenza stessa di una sezione dedicata ai documentari e disgiunta dal cinema – nelle intenzioni degli organizzatori un modo per valorizzare il genere – replica in fondo quel pregiudizio alla radice del dibattito seguito alla candidatura agli oscar di Fuocoammare, che vuole proprio i documentari come un mondo a parte disgiunto dalla fiction.
Un’idea datata e non troppo in linea con l’auspicata internazionalizzazione dell’industria dell’audiovisivo italiano, il mantra del Mia come del Ddl sul cinema che, negli stessi giorni in cui si tiene il mercato romano, dovrebbe venire approvato in Parlamento.