Non c’è solo la scuola «Romolo Capranica» di Amatrice, crollata sotto i colpi del sisma e sequestrata dalla procura di Rieti che ora vuole fare chiarezza sui lavori di ristrutturazione a cui sarebbe stata sottoposta. Pur senza interessare gli inquirenti, nelle aree colpite dal terremoto del 24 agosto sono decine gli istituti rimasti danneggiati in maniera più o meno grave e che adesso rischiano di ritardare l’inizio dell’anno scolastico per almeno 750 studenti tra i 6 e i 19 anni.

Ieri il ministro dell’istruzione Stefania Giannini si è recata a Rieti dove ha incontrato il capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio con il quale ha fatto il punto sul numero delle scuole danneggiate e sulla possibilità che per le aree terremotate le lezioni non possano cominciare come previsto il 13 e 15 settembre. «Ci sono quattro regioni interessate con diversi livelli d’urgenza. Faremo tutto il possibile perché la scuola possa avere una regolarità di avvio e una continuità di lavoro», ha assicurato il ministro.

Stando ai primi riscontri sarebbero 15 le scuole particolarmente lesionate dal sisma, ma ulteriori accertamenti sono in corso. Coordinate dal Dipartimento della Protezione civile, da lunedì sono al lavoro otto squadre di ingegneri strutturisti della ReLuis – la rete che riunisce i laboratori universitari di ingegneria sismica – che finora hanno controllato una trentina di scuole nel Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria. «Sono le Regioni a decidere autonomamente dove fare i sopralluoghi, e per ogni edificio viene redatta una scheda per indicarne il grado di agibilità», spiega il professor Andrea Prota.
I controlli servono a redigere una prima mappatura della situazione, indicando anche gli eventuali interventi che necessitano. Nelle schede gli esperti classificano con una «A» le scuole agibili, dividendo invece le altre tra quelle inagibili in maniera lieve (per le quali sono ipotizzabili interventi rapidi, che possano permetterne l’uso al massimo entro ottobre), oppure che necessitano lavori di maggiore entità. La maggioranza degli istituti controllati finora sarebbe comunque agibile.

Chi può intanto si organizza da solo. Ad Amatrice sono cominciati i lavori per la costruzione della nuova scuola per 320 studenti della materna, primaria e secondaria. Ventidue moduli prefabbricati allestiti nella frazione di Villa San Cipriano da ingegneri e volontari della Protezione civile di Trento. Ad Arquata, un altro dei centri maggiormente colpiti, sarà invece la Caritas di Ascoli Piceno a fornire un prefabbricato in cui realizzare una scuola. Per tutti gli altri al ministero dell’Istruzione si sta provvedendo o con il trasferimento degli studenti in istituti vicini (quelli dell’alberghiero di Amatrice, ad esempio, si appoggeranno all’alberghiero di Rieti) oppure con strutture mobili.

Rimanendo però sempre nelle zone di origine, rispettando così la volontà espressa più volte delle popolazioni locali. «Si tratta di supportare queste comunità nelle loro scelte, specie se parliamo dell’area più colpita», ha spiegato Curcio. «Per le scuole non c’è una soluzione preconfezionata che deve essere digerita da tutti». Dal fondo edilizia del ministero sono stati inoltre stanziati 20 milioni euro per l’adeguamento antisismico degli istituti che si trovano nelle aree terremotate, mentre altri 3 milioni sono destinati all’acquisto di materiale didattico, banchi e biblioteche.

Non ci sono però solo gli studenti. Chi è ancora troppo piccolo per andare a scuola viene assistito dai volontari di Save the Children nelle tendopoli allestite dalla Protezione civile ad Amatrice e Accumuli, dove si fa di tutto per far superare il trauma del sisma ai bambini. L’incubo che più li ossessiona è vedere la terra aprirsi di nuovo sotto i loro piedi, una paura che, insieme agli educatori, i bambini provano a superare stando insieme ad esprimendosi attraverso giochi e disegni.