Rifugiati afghani respinti in Afghanistan subito dopo la firma dell’accordo tra Unione europea e Turchia sui migranti. A denunciarlo è Amnesty international che parla di almeno trenta profughi afghani che rischiano la vita perché riconsegnati nella mani dei talebani. «L’inchiostro con cui è stato firmato l’accordo doveva ancora asciugarsi e già decine di afghani venivano rimandati nel loro paese dove le loro vite sarebbero state a rischio», ha spiegato John Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty.

L’organizzazione denuncia che alle 23,40 del 18 marzo, giorno della firma dell’accordo, ha ricevuto una telefonata da un richiedente asilo afghano, H. R. (le iniziali sono di fantasia) imbarcato dalla Grecia su un aereo a Istanbul. Un’ora dopo, quando l’aereo a fatto scalo ad Ankara, H. R. ha richiamato denunciando che stava per essere riportato a Kabul insieme ad altri 30 connazionali, donne uomini e bambini, dopo che la loro richiesta d’asilo era stata respinta dalle autorità turche. «H.R. Ha raccontato di essere stato fermato dalla guardia costiera turca mentre con altre persone stava cercando di raggiungere la Grecia via mare», ha proseguito Dalhuisen. «Per cinque giorni il gruppo di afghani è stato trattenuto in un centro di detenzione di Smirne. In seguito H. R. è stato costretto con la forza ad apporre le impronte digitali su u documento di cui non gli è stata fornita copia da cui risultava che aveva “accettato” il ritorno volontario in Afghanistan. ‘Non vogliamo tornare indietro, se torniamo indietro i talebani ci ammazzano’, ha urlato al telefono H. R.».

Sempre secondo Amnesty l’aereo è decollato da Ankara all’1,30 di sabato 19 marzo. L’organizzazione ha potuto visionare le foto della carta di imbarco di H. R. e un documento di viaggi rilasciato dalle autorità afghane in Turchia, secondo il quale l’uomo veniva «espulso per ingresso illegale» in Turchia.

Da Kabul H. R. ha risposto ai messaggi fin a metà giornata di domenica 20 marzo. Da allora il suo telefono cellulare risulta spento. Constatata da Amnesty la direzione generale dell’immigrazione turca ha ammesso che 27 afghani erano stati rimandato in Afghanistan ma ha insistito che si era trattato di ritorni volontari e che nessuno di loro aveva chiesto asilo politico.

In un rapporto presentato a dicembre scorso, Amnesty aveva già denunciato i rimpatri forzati effettuati in Turchia, non sono per quanto riguarda gli afghani ma anche siriani costretti a tornare in Siria nonostante la guerra. «Negli ultimi mesi – denuncia sempre l’organizzazione – sempre più rifugiati intercettati mentre si stavano dirigendo in Grecia sono stati fermati e trasferiti nel centro di espulsione di Erzurum, finanziato dall’Unione europea. Da qui sono stati sottoposti a rimpatrio forzato nei paesi di origine senza accesso alla difesa legale né a una procedura d’asilo».