Si è svolta a Poznan, in Polonia, la nona edizione di Animator, festival internazionale dell’animazione.
Poznan è la terza città più importante della Polonia, a metà strada tra Varsavia e Berlino e durante l’estate ospita molti festival, musicali e cinematografici, «Animator» è tra i principali.
Durante ogni edizione di questa manifestazione vengono presentati più di 500 film provenienti da tutto il mondo, ci sono retrospettive, rassegne tematiche, anteprime e proiezioni con musica dal vivo oltre a opere raramente mostrate, realizzate dai pionieri dell’animazione.
Il carattere distintivo di questo festival è il suo essere eclettico, facendo lo sforzo di coprire tutto lo spettro delle manifestazioni sul tema animazione.
Il cinema di animazione polacco ha una storia importante, sono state sperimentate tecniche diverse, dalle marionette, ai pupazzi, gli oggetti di uso quotidiano, la carta ritagliata e il collage, i disegni animati.
Oltre alle retrospettive e le proiezioni fuori concorso, il festival ha una competitions di corto, lungo e mediometraggi d’animazione, giudicati da una giuria internazionale. Il primo premio assegnato è il Golden Pegasus (in polacco lo «Zloty Pegaz»).
Le attività del Festival Animator non sono solo di fruizione, na includono incontri con artisti, mostre, spettacoli, concerti, laboratori, seminari e conferenze, ingaggiando relazioni proattive. È un’occasione per gli addetti ai lavori di sperimentare tecniche nuove, presentate in quel contesto.
Una caratteristica distintiva di Animator è l’interrelazione tra animazione e musica.
Molte proiezioni vengono accompagnate da musica dal vivo, ed anche qui di spazia variando tra classica, jazz, rock, DJ o sinfonica.
Durante tutte le edizioni, il programma del festival è caratterizzato da una grande diversità tematica, storica e culturale, la scelta di accompagnare le opere più recenti, che usano tecniche e linguaggi che si avvalgono del digitale, ad opere storiche, della storia del cinema, è uno stimolo a ricordare che l’animazione, il cinema in sé, è racconto, evocazione, e la tecnica un mezzo, non un fine.
L’edizione di quest’anno si è svolta in varie location, tra cineclub e un parco dove era stato istallato un tendone allestito a sala cinema e concerti con una zona relax all’esterno dove si coniugavano socialità e cinema
Direttore artistico del festival è Marcin Gizycki, storico del cinema e dell’arte, critico, fotografo e regista. Gizycki non fa mistero delle proprie idee politiche di sinistra, come si concilia con l’organizzazione anche economica di un festival di queste dimensioni che richiede fondi istituzionali, ora che il partito al governo è PiS, Prawo i Sprawiedlywosc, Diritto e Giustizia, partito nazionalconservatore e cattolico-integralista?
«Per fortuna la città di Poznan non è nelle mani del partito di destra al governo. Il 90% del finanziamento viene dalla città, il rimanente 10% da altri enti pubblici come il Polish Film Institute, i realizzatori Associazioni, il Ministero della Cultura, il Filmmakers Associations, il National Audio-Visual Institute, ed il Polish Film Institute. Noi ci basiamo esclusivamente sul denaro pubblico, e non su quello di aziende private.
In Polonia c’è una sorta di competizione tra le città più grandi su chi ha la migliore offerta di festival e iniziative culturali, e noi certamente ne beneficiamo».
Quali sono i criteri su cui si basa per la scelta dei film?
Abbiamo un comitato di selezione, io personalmente invito solo pochi film, che vedo nei festival, ma in fondo è il lavoro del comitato quello di scegliere i film per il concorso.
Credo che i membri della nostra commissione di selezione, così come faccio io, cerchino principalmente l’originalità.
I film che assomigliano ad altre opere più note, formalmente o tematicamente, hanno meno probabilità di essere scelti per il concorso. Oltre a ciò, un soggetto (o una storia, se si vuole) è importante, ma deve essere ben eseguito e visivamente interessante, Noi non separiamo il contenuto dalla sua forma. Anche se siamo sempre alla ricerca di film che parlano di questioni importanti, non discriminano gli esperimenti formali, come i film astratti, se sono innovativi e interessanti visivamente. Il mio premio personale, che è andato al film di Izumi Yoshida Kinki, rappresenta un buon esempio di questo».
Per quanto riguarda la tecnica, esiste un linguaggio privilegiato?
Ciò che non devo mai dimenticare è che il nostro pubblico è un miscuglio eterogeneo. Ci sono spettatori seri, professionisti, giovani, bambini, ecc. Dobbiamo rendere variegata la nostra offerta e prendere in considerazione diversi gusti, aspettative, ecc, ma naturalmente vogliamo anche educare coloro che non hanno familiarità con questo tipo di arte cinematografica ed illustrare la ricchezza dell’arte dell’animazione. Ogni anno presentiamo blocchi tematici dedicati a diversi argomenti, ad esempio l’altro (o Alterità) in animazione, gli autori di animazione donne e cosí via. Per il prossimo anno stiamo progettando un discorso su animazione e politica. Inoltre ogni volta presentiamo una scuola, un paese (quest’anno è stata la volta della Croazia, in precedenza abbiamo avuto il Giappone, la Cina, la Russia la Gran Bretagna, e altri), una festa, due-tre o più cosiddetti maestri, alcune cose sperimentali, alcuni vecchi successi , un sacco di proiezioni con musica dal vivo, e molte proiezioni, workshop, ed eventi per bambini più eventi speciali come anteprime di film di animazione polacchi.
Questa anno il primo premio è stato assegnato all’ucraino Igor Kovalyov per il film Before Love che arriva dopo dieci anni di silenzio. Il film parla di voyerismo, solitudini, fraintendimenti e l’elemento di complessità è stato determinante nell’assegnazione del premio.