Il governo di Ankara sarebbe pronto a cedere all’Isis il controllo in Siria del mausoleo di Suleyman Shah, padre del fondatore dell’impero ottomano, in cambio della liberazione dei 49 ostaggi turchi catturati dai miliziani jihadisti durante l’occupazione di Mosul, in Nord Iraq. È quanto scrive il quotidiano turco «Taraf». L’ipotesi dello scambio è stata subito negata dal governo che ha parlato di «notizia infondata», «un esempio di grande irresponsabilità». Su richiesta del governo un tribunale ha vietato alla stampa di riferire sulla vicenda dei 49 ostaggi turchi, per lo più diplomatici e loro familiari, catturati dall’Isis due mesi fa a Mosul.

Secondo il quotidiano, invece, il governo avrebbe deciso di accettare la richiesta di scambio avanzata dall’Isis e di ritirare i militari che proteggono il santuario, a circa 15 km dal confine all’interno del territorio siriano. La tomba di Suleyman Shah è la sola fetta di territorio turco in un paese straniero. La custodia del mausoleo è stata affidata alla Turchia da un trattato che risale all’epoca ottomana. Secondo «Taraf» il governo di Ankara avrebbe previsto di giustificare il ritiro quale precauzione in previsione di un possibile attacco dell’Isis. Il giornale scrive che il gruppo armato jihadista avrebbe lanciato un ultimatum ad Ankara, esigendo la consegna della tomba entro tre settimane. A negare fortemente l’indiscrezione, il ministro degli esteri Ahmet Davutoglu, 55 anni, in procinto di diventare nuovo premier e leader del partito Partito della Giustizia e dello Sviluppo, secondo quanto annunciato dal suo predecessore, Recep Tayyip Erdogan, eletto capo dello Stato il 10 agosto. Scelto dalla direzione del partito islamico Akp, che ha la maggioranza assoluta in parlamento, fedelissimo del premier uscente, Davutoglu riceverà formalmente l’investitura durante il congresso straordinario dell’Akp del 27 agosto. L’indomani Erdogan prenderà le sue nuove funzioni di capo dello Stato.