Aldo Milani, coordinatore nazionale del sindacato di base SI Cobas, è stato arrestato con l’accusa di estorsione ai danni dell’amministratore delegato della Levoni, azienda specializzata nella lavorazione delle carni, in cambio della fine delle proteste e dei picchetti dei lavoratori dello stabilimento Alcar Uno di Castelnuovo Rangone in provincia di Modena. Milani è stato arrestato insieme a Daniele Piccinini, responsabile di una società di consulenza. In un video muto diffuso dalla Procura e dalla Questura di Modena si vede l’uomo, seduto accanto a Milani, intascare qualcosa mentre è in corso una discussione. Per l’accusa è una mazzetta di 5 mila euro, parte di un’estorsione di 90 mila euro destinati a una «cassa di resistenza».

«Abbiamo il sospetto – ha detto il procuratore capo di Modena, Lucia Musti – che altri imprenditori siano stati vittime di questo sistema estorsivo. A loro chiediamo di farsi avanti. La pace sociale non può essere merce di scambio». «Stiamo parlando di una violenza strumentalmente pilotata durante le proteste», ha aggiunto il questore di Modena Paolo Fassari.

Ricostruzioni respinte da Milani attraverso l’avvocata Marina Prosperi che lo ha incontrato nel carcere di Sant’Anna a Modena. «Quel video non dimostra nulla. Era in atto una trattativa complessa sul reintegro dei lavoratori e su alcune somme che gli operai reclamano a vario titolo con conteggi precisi e con alcune cause già avviate. È di questo che Milani stava parlando senza sapere di essere ripreso, e che dimostreremo quando avremo anche il sonoro a disposizione». Prosperi sostiene che il consulente «non c’entra nulla con il sindacato ed è tutto da chiarire il suo ruolo». L’incontro ripreso nel video è avvenuto dopo una serie di duri scioperi provocati da un cambio di appalto che ha messo a rischio il posto di lavoro di un’ottantina di persone. Si discuteva sulla sorte di 52 lavoratori licenziati.

In un comunicato il SI Cobas precisa: «È un consulente o intermediario forse propostosi o forse chiamato da Levoni per mediare sulla dura vertenza del comparto-carni. È un esponente del mondo padronale e non sindacale. È sempre più evidente – continua il sindacato – la dinamica di una vera e propria trappola pianificata accuratamente da Levoni che utilizza Piccinini, (che questo ultimo ne fosse consapevole o meno è irrilevante) per costruire una “bomba mediatica” a danno del SI Cobas». Il sindacato parla di una «montatura della polizia» per «distogliere l’attenzione dalle denunce contro il gruppo Levoni per appalto non genuino, interposizione illegittima di manodopera, sfruttamento del lavoro, frode fiscale».

In questa ricostruzione l’arresto di Milani, uno dei protagonisti delle lotte nella logistica con una forte componente immigrata, è stata interpretata dal sindacato come una «escalation repressiva senza precedenti». «Sparargli nelle gambe o arrestarlo per gli scioperi ne avrebbe fatto un martire, molto più utile – questo hanno pensato padroni e polizia – cercare di screditarlo utilizzando contro di lui accuse infamanti» si legge in una nota. Per il SI Cobas l’arresto di Milani e il «lurido sciacallaggio mediatico» in corso intendono «screditare tutto il sindacato». «Non ci riusciranno: sono i lavoratori la nostra direzione reale coordinata e ramificata sui territori».

La reazione dei lavoratori al clamoroso arresto è stata immediata, sin dall’alba dell’altro ieri. Scioperi, presidi e proteste in una quarantina di hub della logistica tra Piacenza e Modena, Milano e Brescia, dall’interporto di Bologna fino a Roma. Oggi dalle 10 al carcere di Modena ci sarà l’udienza per la convalida dell’arresto. Annunciata una manifestazione di protesta.