Si chiamano Aviointeriors, Meccano Holding, Good Year e Permaflex. Aziende contraddistinte da ingenti finanziamenti pubblici in cambio di vaghe promesse di riconversioni industriali, riassunzione di precari e imprecisate bonifiche ambientali dei siti dismessi. Protagonista di queste storie è Alberto Veneruso. Rappresentante di una “classe imprenditrice” felice dell’abrogazione dell’articolo 18 e sinora passata indenne tra i maggiori scandali economico-finanziari pontini.

Una storia che è esplosa mercoledì mattina quando con il primo turno di lavoro ai cancelli della Avionteriors di Latina (che produce sedili per aerei), si presenta anche la Guardia di Finanza. La Procura di Latina sta procedendo nei confronti di Veneruso per bancarotta fraudolenta e malversazione. Perquisizioni sono state effettuate anche nelle sue abitazioni private a San Felice Circeo e a Napoli.

Ad innescare l’intervento dei finanzieri, la denuncia presentata dalla Fiom di Latina all’inizio di settembre e sottoscritta dagli operai della fabbrica minacciati di licenziamento. Dopo un’apposita assemblea, gli operai si sono recati dalle Fiamme Gialle per denunciare numerose irregolarità sulle ultime buste paga e strani passaggi proprietari dell’azienda attraverso alcune “scatole cinesi”, tutte risultate fallite, dietro le quali ci sarebbe sempre lo stesso Veneruso. Sembrava (così la pensano anche in Procura) la classica situazione dove un imprenditore, con la scusa delle difficoltà economiche, “svuota” dall’interno tutte le attività, lasciando creditori e lavoratori senza prospettive.
La battaglia si era fatta dura dopo l’annuncio del licenziamento di circa 150 dipendenti. Le prime lettere sono state recapitate proprio mercoledì. Licenziamenti inspiegabili, sottolinea la Fiom, considerando che è prevista per aprile 2015 la consegna di una commessa per quattro Boeing 747-8 di un’importante compagnia aerea russa.

Veneruso è noto anche per altre vicende. Come nel caso della Good Year di Cisterna di Latina. Era il giorno dell’Epifania del 2000 quando l’allora vescovo, Mons. Petrocchi, celebrò messa davanti ai cancelli di quella fabbrica, nata nel 1965 grazie ai soldi della Cassa per il Mezzogiorno. La multinazionale americana dei pneumatici, dopo aver ricevuto importanti incentivi statali, aveva deciso la chiusura dell’impianto, che peraltro avrebbe procurato la morte di decine di operai per tumori legati ai suoi processi produttivi. La “levata di scudi” fu unanime. L’allora Sindaco di Cisterna Carturan si recò persino negli Stati uniti per contestare quella decisione. La proprietà Good Year rispose picche, ma si impegnò a cedere a prezzo simbolico l’intero stabilimento per consentire l’insediamento di nuove imprese.
Così alla vigilia di Natale del 2000 arrivò il “miracolo”: fu individuata nella Meccano Holding Srl la società per la reindustrializzazione del sito. Una società costituita appena un mese prima. Da subito furono osannati gli «imprenditori locali»; il 60% era in mano ad Alberto Veneruso, mentre l’altro socio, Fabio Massimo Bombacci, risultava titolare di una serie di società «cessate» e «in liquidazione».

La famiglia Veneruso era già conosciuta in zona per la vicenda della Permaflex di Frosinone: la nota fabbrica di materassi precedentemente amministrata da Licio Gelli, a sua volta costruita, finanziata e rifinanziata con i fondi della Cassa per il Mezzogiorno. Grazie alle sue sconfinate conoscenze, il «venerabile» aveva fatto incetta di appalti per la fornitura di materassi agli enti pubblici (ospedali, carceri, ecc.), salvo poi andarsene portandosi dietro il suo “patrimonio” relazionale. Inutile dire che Veneruso, una volta acquistato lo stabilimento di Frosinone, per mantenere i livelli occupazionali ottenne cospicui fondi pubblici. La vicenda termina con il fallimento dichiarato dal Tribunale di Latina, considerando il trasferimento nel contempo della sede legale nel capoluogo pontino, arrivato a quasi 20 anni di distanza dalla chiusura delle attività. All’epoca, insieme alla “decotta” Permaflex, ancora dal «venerabile» Veneruso acquistò anche la Aviointeriors e con queste credenziali fu avanzata la proposta di riconversione dell’impianto Good Year. Proposta subito accolta con la creazione di apposito consorzio: il Comune di Cisterna e la Provincia di Latina, con la quota del 51%, costituirono la società pubblico-privata Cisterna Sviluppo, nella quale la Meccano Holding aveva il 49% delle azioni. Ma prima di avviare la produzione risultò necessario bonificare il sito,fortemente inquinato. Inoltre c’era da riqualificare il personale per le nuove mansioni. Puntuale arrivò un’altra pioggia di soldi pubblici. In quel periodo il Comune di Cisterna si era impegnato a “frazionare” la proprietà e a “retro-cedere” il terreno (cioè cederlo a prezzo simbolico) alla Meccano Holding. Società che nel frattempo si era di nuovo impegnata a riassorbire tutto il personale. Sulla carta.

Anche in questo caso i soldi, stanziati dalla Regione Lazio, non bastavano. Il socio privato della Cisterna Sviluppo, nel frattempo diventato il solo Veneruso con la trasformazione di Meccano Holding in Meccano Aeronautica, propose al socio pubblico di mettersi da parte. Negli anni seguenti, previa minaccia di licenziamento, quel socio privato (che nel frattempo trasferirà la sua sede legale a Napoli), otterrà ulteriori finanziamenti dalla Regione. Sempre soldi in cambio di promesse; i pochi lavoratori della Good Year passati poi alla Meccano Aeronautica sono finiti tutti a casa.

Ora sembrava proporsi il medesimo copione con l’annuncio dei licenziamenti alla Aviointeriors; poi se arriveranno altri soldi pubblici, magari sotto forma di cassa integrazione per difficoltà aziendali inesistenti, se ne potrà riparlare. Intanto sindacati e lavoratori hanno voluto sapere da chi è preposto ai controlli e alle indagini cosa c’è dentro quelle “scatole cinesi”. Domande che troveranno forse presto una risposta giudiziaria.