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Quando lo apri e lo sfogli senti che c’è qualcosa di confortante, senti che è un libro amico. L’inchiostro sulla carta leggermente gialla non spara. Non c’è niente di lucido e l’occhio si riposa perche le lettere sono spaziate fra loro, i paragrafi sono brevi e accattivanti. Che c’è di nuovo? C’è che la Biancoenero Edizioni ama andare incontro a chi nella lettura trova difficoltà (per esempio chi ha avuto diagnosi di DSA) e a chi alla lettura non dedica più di tanto (il lettore riluttante e il non madrelingua). Prende per mano i giovani lettori e li fa stare bene di fronte alla pagina, gli fa provare quello che con urgenza sta diventando qualcosa di raro e prezioso: il piacere di leggere.

Teresa ha tredici anni – esilarante e spietata la descrizione di sé come solo le tredicenni possono fare –, genitori separati, mamma che lavora sempre di corsa, trafelata ma anche ossessiva, un papà che sta in una casa tanto piccola da dormire in piedi e la strizzatina. Sì, la strizzatina della solitudine da figlia unica che le prende ogni tanto. E allora lei cosa fa? Si accolla, come tutti abbiamo fatto a volte da ragazzini. Si accolla ad una famiglia-più. Più divertente, più caotica e numerosa, più rilassata e disorganizzata, più avventurosa, nella quale c’è la sua amica-più che si chiama Maddy. E quando all’esame di terza media prende un buon voto la mamma le dice vai Teresa, vai coi Regoli (così si chiama la famiglia-più). Lei allora parte con tutti loro per l’Olanda, per l’isola di Texel precisamente. Un viaggio che porta verso l’avventura, senza ragazzetti che con la famiglia non si spostano se non a cinque stelle e in business class.

No, perché il mezzo di locomozione è un classico pulmino anni settanta, un Westfalia T2 dove si stipano tutti: mamma Regoli mezza inglese che come menù organizza grandi pasti a base di uova sode e fette di prosciutto in piedi, papà Regoli e un figlio grande bellissimo che ha le cuffiette dell’ipod sempre ficcate nelle orecchie, gli occhiali neri, muto (quindi affascinante) e poi loro due. Le due amiche tredicenni che ridono chiacchierano commentano per poi ridere di nuovo. Poiché si sa: le tredicenni fra loro ridono moltissimo. Ah, e poi c’è pure un altro fratello, Anthony detto il Cafone. Inizia così Avventura all’isola delle foche (scritto da Arianna di Genova, illustrazioni di Sarah Mazzetti, per la Biancoenero Edizioni), una storia che racconta di amicizia, piccoli disastri, avventura, paura e divertimento. Dal 2005 la Biancoenero Edizioni ha intrapreso – fra le altre cose – un percorso all’insegna dell’Alta Leggibilità puntando, oltre che sull’utilizzo di uno specifico carattere di stampa (la font biancoenero®) studiato da un equipe di «tecnici» esperti in metodi di studi relativi ai disturbi dell’apprendimento, anche su di una vera e propria collaborazione redazionale con i ragazzi (i cui nomi compaiono tutti in fondo al libro).

Compagne di lettura, le belle illustrazioni di Sarah Mazzetti si affiancano, talvolta con timidezza, spargendosi sulla storia in modo libero e con un segno grafico leggero e divertente. Quando però giri la pagina ti esplodono in faccia con potenza: il fumo nero del pulmino col motore bruciato o gli omaccioni minacciosi spiati da lontano in un bar. Un libro da leggere tutti insieme, in classe per esempio, col quale, chi ha difficoltà si sentirà graficamente aiutato e confortato, senza però sentirsi speciale. Piccoli passi che aiutano tanto.

http://www.biancoeneroedizioni.it/wp-content/uploads/2015/09/ICap_Texel.pdf