Torna Bruce Springsteen in Italia, la rete s’infiamma e si riempie di polemiche, spesso sterili e datate. Ma a prendere spazio è l’attacco frontale di Claudio Trotta, patron di Barley Arts, l’agenzia di organizzazione eventi che da sempre porta il Boss in Italia, contro il fastidiosissimo e sempre più frequente fenomeno del «secondary ticketing». Il secondary ticketing altro non è che una sorta di bagarinaggio on-line. Pochi minuti dopo l’inizio delle vendite sui circuiti autorizzati, siti non ufficiali rimettono sul mercato i biglietti. A prezzo differente. Quasi sempre maggiorato. Barley Arts, tramite i suoi legali, ha inviato una diffida alle società che praticano la «rivendita secondaria» dei titoli d’accesso acquistati da TicketOne. L’annuncio dell’offensiva arriva pubblicamente via Facebook a poche ore dalla messa in vendita dei biglietti per il concerto del Boss a San Siro.

Sono diversi i siti che offrono questo servizio, ed è contro la logica che sta alla base dell’operazione di speculazione, non dissimile dalla compravendita di azioni, che si è scagliata la battaglia di Trotta. È chiaro che il mondo della vendita secondaria per i concerti è alimentato da utenti singoli così come da società che riescono a comprare numeri consistenti di biglietti eludendo i filtri di sicurezza delle biglietterie digitali. Trotta dice di avere la sensazione che il tutto accada con «acclarata partecipazione di alcuni artisti internazionali e di alcune biglietterie internazionali che sono anche proprietarie di siti del genere, tanto che quando si accede ai siti ufficiali delle stesse si viene dirottati direttamente a società di secondary ticketing».

Possiamo dire che si tratta di un’operazione etica perché dal punto di vista economico, a Barley Arts, il secondary ticketing non porta alcun danno economico. Il fenomeno della rivendita di biglietti concorre il più delle volte a generare un rincaro dei titoli d’accesso.

Continua Trotta «il problema è che un po’ siamo travolti da una società che è sempre più competitiva, sempre più superficiale, e allo stesso tempo ci sono delle maniere facili di fare i soldi e di acquisire posizioni di potere molte persone si trovano a fare gli imprenditori con una mera ottica di speculazione e guadagno personale».

Il tema è complesso e non di facile risoluzione. Ad oggi non sembra ci sia la possibilità di fermare legalmente il fenomeno, che ha una portata internazionale. Il problema sta sia nelle leggi che permettono ogni tipo di speculazione, sia nella cultura e nella mancanza di un’etica che sappia orientare delle scelte differenti: smettendo di vendere e acquistare i biglietti sui siti di secondary ticketing il tutto svanirebbe. Il mercato della musica è uno specchio della società contemporanea e della deriva individualista che sempre più l’attraversa. Il caro biglietti, di cui tanto si parla, spesso a sproposito, è in primis legato alle richieste economiche degli artisti.

Per ora si sente il silenzio degli altri grandi organizzatori di eventi e dei grandi artisti italiani. Trotta ci ricorda che non è la prima volta che intraprende un’iniziativa in solitaria «ho vinto il processo per aver permesso a Springsteen di suonare 22 minuti oltre l’orario previsto a San Siro. Il tema della mia difesa fu quello di capire se i diritti alla quiete degli abitanti della zona dello stadio fossero maggiori rispetto ai diritti degli amanti della musica e dei concerti. Sapendo che i grandi concerti non si svolgono tutti i giorni. Oggi a San Siro tutti suonano oltre la mezzanotte».