Era il 31 ottobre 1517 quando il monaco agostiniano Martin Lutero affisse sul portale della chiesa del castello di Wittenberg – anche se non tutti sono concordi sulla storicità dell’episodio – le 95 tesi sulle indulgenze, dando il via alla Riforma protestante.

Domani l’evento sarà ricordato in Svezia, a Lund, sede della Federazione luterana mondiale (Flm), con un incontro ecumenico che aprirà gli eventi ufficiali del Cinquecentenario della Riforma. Nella cattedrale luterana di Lund si ritroveranno insieme il pastore cileno Martin Junge, segretario generale della Flm, l’arcivescova di Upssala primate della Chiesa luterana svedese Antje Jackélen, e papa Francesco, per una commemorazione e una preghiera comune che non sancirà la ritrovata unità fra protestanti e cattolici – troppi i nodi teologici ed ecclesiali che separano le due confessioni – ma che sarà un ulteriore tassello del dialogo cominciato cinquanta anni fa.

30soc2 Martin_Lutero_1

 

Nella Chiesa «costantiniana» collusa con il potere e diventata mondana, ricca e corrotta, della necessità di una riforma si parlava già nel XII secolo, con i «pionieri» Valdo di Lione e Francesco d’Assisi, il primo dichiarato eretico, il secondo ricondotto all’ordine e «normalizzato» post mortem. Poi nel ‘500 partì la grande campagna di vendita delle indulgenze per costruire la basilica di San Pietro, e in Germania, dove il monaco domenicano Johann Tetzel (in accordo con papa Leone X e l’arcivescovo di Magdeburgo Alberto di Hohenzollern) predicava che «quando il soldo suona nella cassetta, l’anima in cielo sale benedetta», Lutero prese posizione, per riportare il Vangelo alla sua essenzialità, affermando che la salvezza non si comprava, ma si raggiungeva solo con la fede e per grazia di Dio. Fu scomunicato da Leone X e di lì a poco, nel contesto decisivo dello scontro fra papato, impero e principi tedeschi – durante il quale furono massacrati anche migliaia di contadini, la cui rivolta venne condannata da Lutero –, nacquero le Chiese protestanti.

Dopo secoli di conflitti e scontri, con il Concilio Vaticano II il dialogo fra protestanti e cattolici fu avviato, e domani il papa va a Lund, riconoscendo con questo gesto il valore di Lutero, tanto che i cattolici più reazionari sono critici: è una resa, crea confusione e alimenta il relativismo.

Non era scontato che il papa partecipasse all’anniversario della Riforma. Del resto nel 1985, quando era ancora in Argentina, Bergoglio parlava di Lutero come di un «eretico» e di Calvino come di uno «scismatico» e di un «boia spirituale», sposando di fatto le tesi controriformistiche (il testo di Bergoglio, «Chi sono i Gesuiti. Storia della Compagnia di Gesù», tratto da una conferenza sui gesuiti, è stato pubblicato in Italia dalla Emi nel 2014).

Ma negli anni ha rielaborato le proprie posizioni. Tornando dal viaggio in Armenia, nello scorso giugno, il papa ha definito Lutero un «riformatore» e una «medicina» per tutta la Chiesa. E in un’intervista al gesuita svedese Ulf Jonsson, pubblicata l’altro ieri su Civilità Cattolica, ha attribuito a Lutero il merito di «mettere la Parola di Dio nelle mani del popolo». Tanto che il teologo valdese Paolo Ricca può affermare che la presenza del papa a Lund «è il riconoscimento che la Riforma è stata un evento positivo per il cristianesimo nel suo insieme».

Molte cose dividono protestanti e cattolici. Nodi teologici e questioni ecclesiali, a partire dal ruolo delle persone omosessuali e delle donne nelle Chiese protestanti, in cui ricoprono ruoli ministeriali anche di vertice, come dimostra che ad accogliere il papa a Lund ci sarà una donna arcivescova, primate della Chiesa luterana svedese. Ma anche sui temi etici le distanze sono notevoli, basti pensare alle idee quasi in antitesi su bioetica, fine-vita (in molte Chiese protestanti si sottoscrivono testamenti biologici) e famiglia. Da questo punto di vista non sono previsti cambi di direzione di nessun tipo. Si proseguirà però sulla via dell’ecumenismo «pratico», a partire dalle emergenze sociali: domani pomeriggio, nella Malmö Arena, sarà firmato un accordo di cooperazione fra Federazione luterana mondiale e Caritas internazionale per l’assistenza ai rifugiati di tutto il mondo.