Durante la trasmissione televisiva di Msnbc, “Moning Joe”, Bernie Sanders ha dichiarato che a novembre voterà per Hillary Clinton. «Affinché Trump sia sconfitto farò qualsiasi cosa – ha detto – Non abbiamo bisogno di un presidente che ha come bandiera l’intolleranza, gli insulti a messicani, latini, donne, musulmani e che non crede nell’esistenza del cambiamento climatico».

Non è stato un endorsement a Hillary, bensì una risposta a Trump e un’indicazione alla propria base. Da qualche settimana la base di Sanders è molto corteggiata da Trump, che in ogni conferenza stampa si rivolge agli elettori di Feel The Bern invitandoli a entrare a far parte della sua guerra anti Hillary, facendo leva sulla comune antipatia per la candidata democratica. Questa dichiarazione di Sanders arriva dopo un’altra sua dichiarazione televisiva, avvenuta dodici ore prima durante lo show di Colbert dove, ancora una volta il senatore del Vermont ha spiegato che no, non si ritira dalla campagna e perché, così come aveva fatto nell’annuncio video trasmesso sul suo canale youtube qualche giorno fa, e in un affollatissimo comizio newyorchese avvenuta la sera di giovedì con un preavviso di meno di 24 ore.
Il comizio di Sanders non sembrava quello di un candidato uscente alle primarie. Migliaia di persone han fatto la fila per ore nelle vicinanze di Time square, centinaia non sono riuscite ad entrare. «Sono qui perché ormai faccio parte di qualcosa» era la risposta comune alla domanda sul perché voler essere in fila, per l’ennesima volta.

Il discorso di Sanders è stato interrotto continuamente da applausi scroscianti mentre dal palco spiegava in cosa consista questa fase di rivoluzione politica. «Non avevo mai pensato di fare una carriera politica – dice Sarah, 28 anni – ma con Sanders si. Con regole diverse all’interno dei democratici sono più che pronta a combattere per sanità, istruzione, diritti dei lavoratori».

«Come insegnante ho un enorme potere – riconosce Will, afroamericano 40 enne – ai miei studenti devo spiegare anche l’altra faccia della Storia non solo la retorica dei vincitori. Pare assurdo che l’abbia scoperto dopo più di 10 anni di insegnamento, ma quando impari questo poi non puoi più dimenticarlo».

Sono i due esempi della chiamata alle armi di Sanders: entrate in politica, prendete il potere e usatelo per cambiare le leggi, oppure usate il vostro ruolo nella società per cambiare le idee, le prassi. Questo nuovo modus operandi è diventato parte del movimento in brevissimo tempo. Dall’annuncio su YouTube è passata meno di una settimana ma per tutti è già chiaro che la nuova fase è questa e che per attuarla bisognerà andare alla convention determinati ad imporre delle nuove norme sull’eleggibilità dei candidati tramite un sistema di primarie non vincolato all’appartenenza a un partito, e che il suo messaggio è arrivato e che gli Stati uniti sono pronti a voler attuare una prassi che scaturisce da un’ideologia fino a pochi anni fa demonizzata (nel 2008 ‘socialista’ era uno degli insulti rivolti ad Obama).
Guardando la fila per Sanders si nota che è cambiata, meno omogenea anagraficamente e come colore della pelle, molti anche i latinos, reduci da una batosta che li vede protagonisti.

La Corte Suprema di Washington ha fermato il piano dell’immigrazione di Obama con una sentenza di pareggio, figlia diretta dell’ostracismo repubblicano a qualsiasi candidato proposto da Obama per sostituire Scalia, e che li porta ad essere in numero pari.

Il piano del presidente prevedeva la regolarizzazione di quanti in grado di dimostrare di essere negli Stati uniti da almeno cinque anni e senza precedenti penali in modo da legalizzare una forza lavoro che vive e paga le tasse in America senza avere alcun diritto, si parla di oltre 11 milioni i clandestini negli Stati uniti, di cui più della metà sono messicani. In vigore resta dunque il no alla riforma deciso dal giudice di primo grado.

«La decisione odierna è frustrante ha detto Obama – lo è per tutti quelli che cercano di far crescere la nostra economia e che vogliono normalizzare il sistema di immigrazione per permettere alle persone di uscire dall’ombra, far sparire questa perenne nuvola che aleggia su di loro».