Erano in più di duecento i freelance che ieri hanno animato lo «speakers’ corner» alla sede centrale dell’Inps a Roma, il monumentale complesso nel quartiere dell’Eur che sporge sulla strada più simbolica che ci sia in questo momento in Italia: via della Civiltà del Lavoro. Questo nuovo movimento è il prodotto dell’incontro inedito tra categorie del lavoro autonomo tradizionale (avvocati, ingegneri, architetti, geometri) con quello «atipico» o «non ordinistico» (consulenti, traduttori, archivisti, grafici, lavoratori dell’immateriale ad esempio), il lavoro precario «parasubordinato», gli studenti. Ieri ha aperto un dialogo con l’Inps e il suo nuovo presidente. Tito Boeri ha ricevuto una delegazione verso le 14 e ha affrontato i nove punti della lettera inviatagli dal movimento la settimana scorsa per chiedere una riforma «universale» del fisco e in particolare della previdenza e delle tutele per i diritti fondamentali di un terzo della forza lavoro attiva in Italia: il quinto stato, coloro che lavorano come indipendenti e non hanno un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.

L’incontro ha prodotto due risultati tangibili. In tempi brevissimi – si legge in un comunicato della Coalizione 27 febbraio – sarà operativa la circolare relativa alla Dis-Coll (cioè il sussidio di disoccupazione per i lavoratori parasubordinati introdotto dal secondo decreto attuativo del Jobs Act) e verranno erogate le indennità per chi è senza lavoro dal primo gennaio 2015. L’Inps si è anche impegnata a erogare tempestivamente le indennità per i tirocini svolti dagli iscritti al programma «Garanzia Giovani». Sulla riforma della gestione separata che tartassa con le sue aliquote i lavoratori autonomi senza erogare servizi né garantire una copertura significativa in caso di malattie gravi, l’interlocuzione sembra aperta. Non è mai accaduto da quando l’associazione dei freelance Acta ha iniziato questa battaglia. Quanto alla richiesta di copertura delle malattie gravi che colpiscono anche gli autonomi, sostenuta dalla freelance Daniela Fregosi (Acta) ieri presente al sit-in, non è escluso che l’Inps possa elaborare una proposta che sarà inviata al governo. Boeri ha confermato il suo favore per un reddito minimo universale ma, in questo momento, ha ribadito, l’Inps può fare poco. Non ci sono le coperture. Si occuperà di chi, superati i 50 anni, non trova una nuova occupazione.

Il problema resta sul tavolo ed è chiaramente politico. «Il movimento dei freelance è riuscito a conquistarsi un tavolo con Boeri e a presentare le proprie istanze attraverso la forza della coalizione e agendo in assoluta autonomia – sostiene Francesco Raparelli delle Camere del lavoro autonomo e precario (Clap) – È un segnale di un processo di coalizione che vede insieme figure diverse del lavoro autonomo e precario, segnate dalla frammentazione, che iniziano a creare terreni comuni di mobilitazione». Per Cosimo Matteucci, presidente degli avvocati Mga, un altro motore del movimento: «Si sta consolidando la solidarietà tra categorie e lavoratori diversi. Quello dei freelance è il primo, vero, grande fenomeno sindacale che potrebbe rappresentare la nuova futura forma di aggregazione dei lavoratori – afferma – Bisogna ristabilire un sistema previdenziale equo e affrontare la questione delle pensioni non giustificate dai contributi versati. Questa situazione riguarda anche le casse professionali private e in particolare la cassa forense. Boeri ha risposto che non può agire sulle casse di previdenza, ma può invitarle a seguire lo stesso percorso di trasparenza che l’Inps inizierà dal primo maggio».

«La “carovana dei diritti” dei freelance continuerà con nuove iniziative – afferma Fabio Massi (Acta) – sul fronte dell’equità fiscale e previdenziale. Il movimento vigilerà sugli impegni presi dall’Inps».