Malgrado i rovesci militari degli ultimi mesi, i jihadisti di Boko Haram non hanno perso la capacità di seminare il terrore nel nord-est della Nigeria. Con un ricorso ormai sistematico a coppie di kamikaze donna, più facilmente mimetizzabili nei mercati. Quando non addirittura bambine, con ordigni che molto probabilmente vengono azionati a distanza.

Domenica scorsa due esplosioni simultanee hanno colpito nell’ora di massima affluenza il mercato di Madagali, nello stato di Adamawa, provocando almeno 56 morti e quasi 200 feriti. I miliziani di Boko Haram erano stati costretti dall’esercito regolare ad abbandonare la città un anno fa. E subito dopo, nel dicembre 2015, furono due donne kamikaze a colpire la stazione dei bus, provocando una trentina di morti.

È la strategia con con cui l’organizzazione jihadista cerca di rispondere all’offensiva congiunta degli eserciti di Nigeria, Niger, Ciad e Camerun. Con modalità sempre più efferate: il bilancio dell’attentato -che ieri invece ha colpito Maiduguri, nello stato del Borno, è forse meno drammatico (da 1 a 3 morti e una ventina di feriti), ma a destare raccapriccio è la giovanissima età delle due “reclute” utilizzate: secondo vari testimoni avrebbero avuto 7, 8 anni al massimo.