Annunciate nei giorni scorsi, le dimissioni di Lucia Borsellino, assessore alla sanità della regione Sicilia, sono state formalizzate ieri con una lettera al presidente Rosario Crocetta. Si tratta del terzo addio alla giunta nel giro di pochi giorni, dopo quelli degli assessori all’agricoltura Nino Caleca e alla funzione pubblica Ettore Leotta, dimessosi perché Caleca, nominato in quota Udc, era stato sostituito da Giovanni Pistorio. E potrebbe anche preludere a un’ennesima uscita. Data in partenza è infatti anche Linda Vancheri (ma Crocetta nega) – altra «fedelissima» del governatore insieme alla figlia del giudice Paolo Borsellino – che lascerebbe le attività produttive. Nella sua lettera di dimissioni «irrevocabili», l’assessore alla sanità – inserita nella sua squadra dal presidente fin dalla campagna elettorale, e anche per questo le sue dimissioni sono considerate particolarmente «pesanti» – parla di scelta dettata da «ragioni di ordine etico e morale».

Dopo l’arresto del primario dell’unità di chirurgia plastica e maxillo facciale dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino, medico personale di Crocetta accusato di peculato e truffa, «non posso non manifestare il rammarico conseguente alla lesione che fatti come questo determinano inevitabilmente all’immagine dell’istituzione sanitaria e dell’intera regione», scrive ancora Lucia Borsellino. E, citando anche il caso della piccola Nicole, la neonata morta nel febbraio scorso, ricorda che «vari accadimenti hanno aggredito la credibilità dell’istituzione sanitaria che sono stata chiamata a rappresentare, quindi della mia persona». Ostacolando anche il raggiungimento di obiettivi «nell’ambito della salute e dell’assistenza».

Nell’occhio del ciclone, tempestato da campagne per le dimissioni (#decrocettizziamoci, l’ultimo hashtag, lanciato dalla sottosegretaria alla sviluppo economico Simona Vicari, Ncd, dopo quello del deputato regionale dem Fabrizio Ferrandelli, #iostaccolaspina), Rosario Crocetta tira dritto e mena fendenti contro il Pd, in vista della cruciale direzione regionale del partito che si riunirà domani. E dice di comprendere e «persino condividere» la decisione di Borsellino, perché «l’impegno instancabile e incessante per l’efficienza del sistema sanitario e il contrasto al malaffare non sono stati politicamente e mediaticamente valorizzati, mentre singoli fatti non riconducibili all’azione di governo sono stati esasperati e rimbalzati a livello nazionale». Sulle dimissioni i dem si tengono bassi. Parla solo Antonello Cracolici, sostenendo che «segnano la vera crisi del governo Crocetta». Un governo che dal suo insediamento ha cambiato ben 36 componenti della giunta.

L’Udc, con Gianpiero D’Alia, chiede a Crocetta un «chiarimento netto»». Ma i centristi si concentrano sulle caselle da riempire: «Molto dipenderà, nella collaborazione – dice infatti D’Alia – dalla personalità di altro profilo che sarà chiamata a sostituire la Borsellino».