La tanto attesa lettera della Commissione alla fine è arrivata, ieri sera, ma il governo – per bocca del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan – ha immediatamente ribadito che «la manovra non cambia». La Ue chiede «chiarimenti sulle spese eccezionali» e sul «divario sostanziale emerso rispetto agli impegni presi la scorsa primavera», cioè sullo 0,1% in più di deficit non concordato. Il premier Matteo Renzi ha replicato alzando l’asticella contro Bruxelles: ha minacciato di porre il veto sul bilancio dell’Unione se i paesi dell’Est non accoglieranno i migranti. «Assolutamente sì», ha risposto a Bruno Vespa che registrando Porta a Porta gli chiedeva se l’Italia è pronta a opporsi alla prossima nota spese comunitaria nel caso che stati come l’Ungheria o la Slovacchia non fossero disposti a farsi carico di una quota di rifugiati.

NELLA LETTERA – pubblicata sul sito ufficiale della Ue – la Commissione chiede «spiegazioni circa la revisione degli obiettivi» di bilancio e sul «divario sostanziale emerso rispetto agli impegni presi la scorsa primavera». La Commissione ricorda come «l’Italia ha beneficiato di una notevole flessibilità in base alle regole del patto di stabilità e crescita sia nel 2015 e 2016». Sulla base degli accordi raggiunti con Bruxelles, si legge, «il governo italiano si è impegnato nella sua lettera del 17 maggio 2016 a riprendere il percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di bilancio a medio termine nel 2017».

Invece , continua la lettera, «una valutazione preliminare del Documento programmatico di bilancio (Dpb) indica un cambiamento» sul fronte dei conti 2017 «negativo e ben al di sotto del 0,6% del Pil o più raccomandato dal Consiglio il 12 luglio 2016.» Di qui la richiesta «per ulteriori informazioni su un certo numero di punti, al fine di valutare se l’Italia soddisfa le condizioni in base alle quali una maggiore flessibilità è stata concessa per il 2016».

«ABBIAMO BISOGNO di chiarimenti sugli importi inclusi nel Dpb, per considerare questi come spese eccezionali», spiega ancora la lettera firmata dal vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis e dal commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, riferendosi alle poste su migranti e terremoto. C’è una data fissata per presentare i chiarimenti, ravvicinata e piuttosto imperativa: il 27, cioè domani.

La Commissione Ue, però, «intende continuare un dialogo costruttivo con l’Italia per arrivare a una valutazione finale» del Dpb, dice ancora la missiva. «I nostri servizi sono pronti a fornire assistenza in questo processo» di chiarimenti richiesti, entro giovedì sera, in modo da «tenerli in considerazione nell’ulteriore analisi» che verrà fatta del Dpb.

LA REPLICA DI RENZI è altrettanto dura, e pone i conti dell’Italia in diretto rapporto con la questione migranti: «Il governo Monti – ha spiegato il premier – ha stabilito che diamo 20 miliardi e ne riceviamo 12 (rispetto al bilancio della Ue, ndr), ma se Ungheria e Slovacchia ci fanno la morale sui nostri soldi e poi non ci danno una mano sui migranti non va bene». «Vorrei che tutti insieme, maggioranza e opposizione, senza dividerci – ha aggiunto il premier – dicessimo a questi paesi che il meccanismo è finito. Vorrei che tutti dicessero che la posizione del governo è la posizione dell’Italia».

Riferendosi poi alla lettera inviata dalla Ue, Renzi ha stoccato una stilettata direttamente a Bruxelles: «Se l’Europa vuole abbassare le spese per l’immigrazione dell’Italia ho una idea: aprano le porte per i migranti e noi abbassiamo spese. Io non mi offendo, invece di aprire la bocca aprano il portafoglio, ne saremo ben felici».

NETTA ANCHE LA RISPOSTA del ministro Padoan, affidata a Politics su Rai 3: «La lettera è arrivata ed è una lettera assolutamente normale, per noi così come per altri paesi che l’hanno ricevuta», ha spiegato. Gli altri paesi a cui sono state avanzate delle notazioni sono Belgio, Cipro, Spagna, Portogallo, Finlandia e Lituania.

I chiarimenti richiesti, ha proseguito il ministro dell’Economia, «sono relativi alle spese eccezionali per i terremoti e per l’immigrazione». Padoan ha voluto quindi precisare che la legge di Bilancio non verrà cambiata: «È definita nel dettaglio e sarà mantenuta».

Le spese su cui la Ue chiede chiarimenti, soprattutto quelle relative all’immigrazione, ha aggiunto Padoan, servono per uno scopo non solo italiano ma europeo, su cui stiamo mettendo risorse nostre, non dell’Europa». Senza queste voci, il deficit che il governo ha postato al 2,3% «scenderebbe sotto il 2%». Infine il ministro ha cercato di giustificare il ritardo dell’approdo del ddl Bilancio alle Camere: «Il personale del ministero sta lavorando sulle novità tecniche».