I due sfidanti filo russi vincono le elezioni presidenziali in Bulgaria e Moldavia. Sconfitti in entrambi i paesi dell’ex blocco sovietico i candidati del governo filo europeisti.

 

Rumen Radev

In Bulgaria il candidato d’opposizione del partito socialista (Bsp), il generale Rumen Radev, ex comandante dell’aviazione militare, ha trionfato al ballottaggio di domenica, imponendosi con il 58% dei voti sulla rivale Tsetska Tsaceva, candidata del governo di centro-destra e attuale presidente del parlamento di Sofia, ferma al 35%.

Come previsto la vittoria di Radev ha provocato le dimissioni del premier Boyko Borisov, leader del movimento GerB (Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria), aprendo così una fase di instabilità. Il periodo di transizione sarà probabilmente guidato da un governo tecnico, il nuovo presidente (che ha per lo più incarichi rappresentativi), scioglierà il parlamento dopo essere entrato in carica, così prevede il meccanismo bulgaro, e indirà le elezioni non prima di marzo o aprile prossimi e non prima di aver messo mano alla legge elettorale. Putin si congratula e accoglie la vittoria di Radev come un’opportunità per rilanciare lo sviluppo del gasdotto South Stream.

In Moldavia, il Paese incuneato tra Romania e Ucraina tra i più poveri d’Europa, il nuovo presidente sarà Igor Dodon, leader del partito socialista ed esponente della minoranza russa. Con il 55% dei voti ha battuto al ballottaggio la rivale filo occidentale e filo romena Maia Sandu, ex funzionaria della Banca mondiale e leader di Azione e Solidarietà, inchiodata al 44%.

Igor Dodon

 

Il tasso di partecipazione ha raggiunto il 53%.

Il primo viaggio all’estero del nuovo capo di stato sarà a Mosca.