Un’altra tragedia nel Canale di Sicilia nella notte tra domenica e lunedì: la Marina militare, tra le tante operazioni di soccorso compiute in quelle ore, ha raccolto i corpi di 5 immigrati morti nel naufragio di un gommone semi affondato con altre 61 persone a bordo. I sopravvissuti hanno raccontato alle autorità italiane che ad imbarcarsi sarebbero stati un’ottantina. Dunque sarebbero una quindicina le persone disperse di cui però non si sono ancora trovate tracce. Intanto ieri un gruppo di 125 immigrati, fra cui 80 donne e 12 minori, è stato trasferito con un ponte aereo per Venezia, Trieste e Gorizia dal centro d’accoglienza di Lampedusa dove rimangono 518 persone. «Ovviamente siamo in affanno: chi non lo sarebbe quando arrivano seimila persone in pochi giorni come è accaduto la settimana scorsa? – ha detto il sottosegretario all’Interno con delega all’immigrazione, Domenico Manzione – Ma ci stiamo attrezzando per rispondere all’emergenza: abbiamo sollecitato i prefetti che, insieme agli enti locali, stanno recuperando altre strutture per l’ospitalità e la Difesa ci ha messo a disposizione 14 caserme dismesse, una per regione, da riadattare per l’accoglienza». Dall’inizio dell’anno, secondo fonti governative, sono sbarcate 85mila persone di cui 22 mila eritrei e 15 mila siriani. Le domande di asilo sono state finora 25mila. Nei centri del Viminale ed in quelli allestiti dai Comuni sono attualmente ospitati 40 mila migranti. E ogni Regione, compresa la Lombardia, malgrado le polemiche sollevate dal governatore Roberto Maroni che ha detto di non voler «accogliere e mantenere clandestini», sta preparando le strutture per l’accoglienza, come prevede il piano per l’accoglienza siglato pochi giorni fa in Conferenza Unificata.