«La prima attrice giovane di Macario quest’anno”, scriveva Camilla Cederna in un suo celebre articolo del 1956, «è una ragazza di diciannove anni iscritta a legge. Si chiama Carla Macelloni, ha la coda di cavallo sul collo, un viso dai tratti minutissimi, i dentini irregolari da bambina, è alta 1 m 58, somiglia tale e quale a Cécile Aubry. Pochi mesi fa Carla era castana, ma è un particolare di scarsa importanza. Quello che la rende diversa da ogni altra ragazza della rivista è che l’anno scorso era «la Macelloni» celebre in tutto il liceo Parini, citata dagli insegnanti come un’allieva modello».

Carla, o la Macelloni, stella del varietà, del teatro milanese e della prima tv degli anni ’50, se ne è andata a 78 anni. Rapidamente. E molto lontano dalla sua Milano. Aveva recitato con tutti i più grandi della rivista e del teatro del tempo. Con Macario, appunto, in E tu biondina, con Totò, al cinema, Totò truffa, e in tv, Totò Ye Ye, con Sergio Tofano, Gianni Agus, Nino Besozzi, Enrico Viarisio, con Alberto Lionello la troviamo in Valentina, celebre sceneggiato di Metz e Marchesi. Ma la fama nazionale l’aveva avuta in tv con Scampolo, dove era protagonista, e al cinema con Anna di Brooklyn, diretto da Vittorio de Sica, dove si dividevano con Mario Girotti, futuro Terence Hill, i ruoli di giovani promesse a fianco di Gina Lollobrigida, Peppino De Filippo e De Sica stesso. La sua era stata una carriera fin troppo precoce, che l’aveva portata dai banchi di scuola a una pericolosa popolarità da bambina prodigio.

«A undici anni», scrive ancora la Cederna, «Carla recitava già alla radio nei programmi per l’infanzia; a quattordici fece la parte del ragazzino in Mister Belvedere con Ernesto Calindri, e a quindici ebbe la sua prima parte femminile in Assassinio per forza a fianco di Marcello Giorda.

Nel maggio dell’anno scorso, dopo essere stata in America con una borsa di studio (a Pasadena fece come niente la seconda liceo), cominciò a recitare alla tv. Ed ecco che, proprio nel periodo in cui ci si prepara agli esami di maturità, Macario la vede sullo schermo e le offre di far parte della sua compagnia».

Negli anni, Carla reciterà con Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, a teatro con Pippo Baudo, farà una serie di commedie di medio successo, Spiaggia libera, Veneri in collegio, con Paolo Villaggio formeranno una primissima coppia comica con testi di Maurizio Costanzo. Colta e preparata, seguiterà a fare teatro e tv, ma non ritroverà più il successo che aveva avuto da giovanissima a Milano.

«Spigliata e gentile», scrive la Cederna, «a suo agio sul palcoscenico come sui banchi della III, assolutamente sprovvista di frac, Carla Macelloni ha soltanto una paura. Quella di vedere in teatro uno dei professori che scommettevano sul suo avvenire di filologa, o anche uno dei suoi compagni, che la invidiavano e la supplicavano di passar loro sotto il banco la versione dall’italiano in latino».