Caro manifesto, voglio esprimere la mia vicinanza per la grave perdita del vostro/nostro Giorgio Salvetti a tutto il collettivo del giornale e alla famiglia. Chissà quanto dolore si portava dentro, povero ragazzo saluti amari.
Massimo Teti

Caro Luca, caro Manifesto. Ho letto questa sera della tragica fine di Giorgio. Sono rimasto sconvolto. Stento davvero a crederci che sia successo. Non ci posso, non voglio crederci. Ho riletto il suo ultimo articolo sullo sgombero del Lambretta: chiaro e lucido, perfetto… Che peccato non averlo più con noi. Penso a te e al tuo immenso dolore, che condivido. E ti esprimo la mia più affettuosa solidarietà . Porto con me il ricordo dei nostri incontri, della mia collaborazione alle pagine metropolitane milanesi del Manifesto. Il ricordo delle parole di Giorgio : si resiste nella crisi del Manifesto e nella precarietà di redattore milanese … Le mie condoglianze ai familiari . Un forte abbraccio a te e al Manifesto.
Giuseppe Natale

Cari compagni del Manifesto, un saluto pieno di rammarico per la morte prematura di Giorgio Salvetti e un abbraccio alla sua famiglia.
Gisella Rossi, Manciano (GR)

Ricordo in particolare una cena a Milano a parlare con lui, e altri colleghi del manifesto, di politica, di cibo e di questo nostro complicato mestiere. Mi piace ricordarlo così, dietro una cotoletta panata e col suo sorriso gentile.
Stefano Milani

Pensando alla dolorosa scomparsa di Giorgio… Per sempre Giorgio Il giornalismo, quello vero, non è un mestiere semplice e nemmeno semplicemente un mestiere. È una scelta di vita. Ed una vita spesa per un ideale, non è semplicemente una vita e ti renderà per sempre Immortale.
Jonathan Calabrese, Brescia

Ciao Luca Ho appena letto della morte di Giorgio.Ti scrivo da Dakar, altrimenti ti avrei chiamato e cercato di incontrarti.Mi ha colpito molto e mi colpisce di più l’idea di non incontrarlo al mio rientro.Non ci vedevamo da un po’ di tempo ma per me Giorgio c’era sempre. L’ho conosciuto grazie a te e so che era un tuo grande amico. Ti sono vicino anche da lontano. Un abbraccio gigante
Maurizio Polenghi, Maounaltromondo onlus – spazio aperto multietnico milano

L’abbraccio più stretto d’affetto, dolore, rispetto per il cuore di Giorgio e tutte le persone sue care.
Cosimo Rossi

Da milanese in esilio, come mi sento oggi che sono a Bologna dopo che per quarant’anni ho vissuto Milano, aprivo ogni giorno il Manifesto sperando di trovarci un articolo di Giorgio che mi facesse respirare l’aria, a volte anche grama, della mia città e dintorni. Attraverso la profondità delle sue analisi, impeccabili, pungenti, mai banali, ho continuato a vivere Milano. Mi sento come ad aver perso “l’amico di penna” rimasto in un luogo condiviso che noi abbiamo lasciato di cui aspettiamo il racconto non fosse altro che per lasciarci avvolgere dalla malinconia. Di fronte alla sua scelta rimango in silenzio: infinita è l’angoscia interiore di chi sceglie di negarsi un domani, naufragando nella vacuità generale in cui ci troviamo a navigare.
Mariangela Mombelli

Ciao Giorgio, ci siamo conosciuti nel 2010 in un momento speciale, durante la campagna per le primarie del sindaco di Milano. Mi avevi chiamato perché, insieme a Luca, dovevate scrivere i ritratti dei 4 candidati: quell’articolo è stato il più bello, il più vero e il più divertente tra tutti quelli pubblicati in quelle settimane. Non eri un giornalista che chiamava gli addetti stampa per scrivere un pezzo. Quelle poche volte che ci sentivamo, però, ascoltavi attento e poi con grande libertà intellettuale scrivevi. Sempre disponibile, gentile, rispettoso, anche quando le parole che ascoltavi non ti convincevano. Sempre indipendente. Il tuo sorriso, i tuoi occhi dolci e pazienti, il capo un po’ chino da una parte, così ti ricordo. Che la tua anima si sollevi lieve da questa terra per intraprendere un nuovo viaggio. Ti abbraccio forte.
Ilaria Bartolozzi

Conoscemmo per la prima volta Giorgio a Cremona per una serata a sostegno del Manifesto, era la fine del 2010. Giorgio era in compagnia di Luca Fazio e rappresentava la redazione milanese del giornale e noi, emozionati ed orgogliosi dell’iniziativa, potemmo apprezzare la sua capacità d’ascolto ed il suo saper discutere con competenza di tutti gli spunti che una serata come quella poteva offrire, con brio e senza retorica. Ci ritrovammo a distanza di poco più di un anno, ancora per una cena di autofinanziamento, con la sensazione di non aver solo sostenuto una buona causa, ma di aver intrecciato una relazione con delle persone speciali. Giorgio, ci mancheranno le tue parole ed il tuo sorriso. Ciao
Guido Regonelli, Laura Rossi, Cremona

Quando è giunta la notizia ieri, Il Collettivo Lambretta si era riunito un po’ per guardare le finestre che stavano murando in Piazza Ferravilla un po’ perché quando rimani senza spazio, ogni piazza, ogni via diventa lo spazio da agire. Chiama un compagno, con parole strozzate ci informa. Terminata la chiamata, do la notizia a* compagn*. Il Lambretta è giovane. Lo diciamo sempre. Quando dico che un giornalista ineguagliabile ci ha lasciato mi guardano tra il dispiaciuto e il perplesso, non individuavano bene chi fosse. Poi qualcuno ha detto “Ma sì, ha scritto un bellissimo articolo per il Lambretta, quello del Manifesto”! Di colpo tutt* capiscono, quell’articolo, così semplice ma così pungente aveva colpito tutto il collettivo. Di tutto quanto uscito sui media, Giorgio aveva fatto centro. La sua figura incarna quello in cui speriamo sempre: le parole, le idee rimangono, trafiggono l’aria e prima o poi arrivano a colpire nel segno. Grazie Giorgio, non solo per il tuo articolo scritto in un giorno di ferie, ma perché scrivendo sei arrivato dove nessuno riesce, e hai dato occasione a chi è più giovane di scoprire che con le parole più semplici si può dire quanto è più difficile.
Centro sociale Lambretta

Se MilanoX esiste è grazie a Giorgio, di cui è stato il direttore responsabile. Con noi condivideva l’idea che anche a Milano si potesse fare informazione, attivismo, cultura, intrattenimento da sinistra ma guardando avanti, sempre. Free weekly eretico, dicevamo un tempo. Era il 18 febbraio 2010, primo numero in strada, e c’era da cacciare dal governo della città la destra dello sceriffo De Corato. Uno a zero per noi. Poi anche in politica le cose vanno come vanno, la realtà si mangia sogni e illusioni. Giorgio non si è mai tirato indietro nel raccontarlo. L’ultimo suo pezzo parlava dello sgombero del Lambretta, il collettivo più giovane di Milano. E’ bello pensare che lasci il testimone lì, tra quelle giovani teste ribelli. Curiosità e passione lo spingevano da quelle parti, qui a Milano lo sanno e se lo ricordano in tanti. Che buffo, tu giornalista attento e rigoroso de Il Manifesto, alle prese con una banda di scalmanati come noi: quante volte ti abbiamo fatto arrabbiare per un titolo o una foto esagerati, per posizioni impulsive o facilmente incazzose. Ma quei fogli liberi e gratuiti in giro per Milano erano lo stesso pieni di te, della tua curiosità e del tuo volerci provare. Anche quando accettasti la nostra folle proposta di diventare direttore responsabile di MilanoX, di continuare a rimanere con noi, in qualche modo, sulla zattera. Ora che ti sei spostato un po più avanti, ci manchi già moltissimo Giorgio.
La reda di MilanoX

Carissimi, mi spiace moltissimo per la morte di Giorgio. Un forte abbraccio a Luca e a tutti voi.
Ciao
Ivano Motta

Ciao Amico Giorgio, indimenticato ed inimitabile portiere delle nostre mille partite da ragazzi, giocate nel giardino di casa, ma organizzate e da noi sentite come una vera coppa europea. Quante ne abbiamo giocate! Già allora eri fantasia e coraggio. Lo stesso che mettevi nel rotolarti a giocare con il tuo Ringo, che a me faceva invece tanta paura. Io ti ricordo così: un funambolo, probabilmente molto migliore di questo mondo in cui viviamo. Un abbraccio forte ai tuoi genitori e a tua cugina Francesca.
Luca Malgrati

Care compagne e cari compagni de Il Manifesto, abbiamo appreso con sgomento della tragica scelta compiuta da Giorgio. Lo abbiamo conosciuto negli ultimi anni come un professionista appassionato e uno straordinario narratore della realtà.Siamo riusciti ad apprezzarlo come uomo e come professionista, proprio per questo oggi vi siamo particolarmente vicini per una perdita che non è consolabile e che non possiamo in nessun modo costringere in parole di circostanza. Ci stringiamo a Voi, come continuiamo oggi a stringerci a Lui, giovane uomo per sempre, con la sua passione e i suoi tormenti.Vogliamo ricordarlo con voi, con la sua precisione e il suo scrupolo, con la sua curiosità e la sua integrità che ne hanno fatto un giovane bravo giornalista. Un abbraccio a Voi che siete stati la sua casa e la sua famiglia per lungo tempo.
I compagni e le compagne di Sel Milano

Dieci anni in Via Pindemonte con te. Non avevo capito nulla. Ciao Giorgino.
Mario Pezzoni

Le compagne e i compagni della FIOM Lombardia esprimono profondo cordoglio per la tragica morte di Giorgio Salvetti con cui abbiamo collaborato per lunghi anni per una corretta informazione a favore dei lavoratori e degli ultimi della Terra. A voi e alla sua famiglia un forte abbraccio da noi tutti.
FIOM Lombardia