La sfida al sindaco Virginio Merola continua. Gli attivisti di Social Log ieri hanno «accompagnato» famiglie senza casa e 70 minori nell’occupazione dell’ex Poste di via Agucchi. E puntualmente è arrivata la polizia a caricare e sgomberare, ma una cinquantina di attivisti ha raggiunto il tetto dell’edificio preparandosi di nuovo a resistere.

A Bologna, si replica un braccio di ferro che inciderà sulla campagna elettorale. Da una parte il movimento e chi si ritrova senza un tetto; dall’altra la giunta Pd-Sel che ha scelto di “governare” l’emergenza sociale in chiave di ordine pubblico. Emblematico lo sgombero del 20 ottobre nell’ex Telecom di via Fioravanti, che fin dal 4 dicembre 2014 ospitava 280 persone, tra cui un centinaio di minori. Giusto di fronte agli uffici comunali in vetrocemento, da cui si affacciava l’assessore Amalia Frascaroli…

Ieri di nuovo le stesse scene. L’edificio ex Poste poteva diventare la soluzione abitativa per 207 persone tra cui 74 minori. Un’occupazione che però non ha potuto concretizzarsi, perchè sono subito intervenute le forze dell’ordine. Con “assalto” piano per piano, anche se bambini ed anziani stavano già uscendo dal palazzo. Una residente ha aperto il suo garage per ospitare mamme con figli e mancati “vicini”. Gesto sintomatico, che dimostra quanto a Bologna sia acclarata la distanza fra cittadini e Palazzo.
La giornata di tensione in via Agucchi comincia poco dopo le 14. L’autoscala dei Vigili del fuoco protetta dalla celere si schiera per lo sgombero. Ma il primo tentativo di aprire il portone d’ingresso e avviare lo sgombero non ha successo. Sul tetto gli attivisti di Social Log si fanno sentire, mentre al presidio in strada arriva sempre più gente.

Mezz’ora più tardi i vigili del fuoco sfondano il portone: la polizia comincia lo sgombero. In contemporanea parte la prima carica per disperdere i manifestanti.

Intorno alle 14.45 gli agenti in assetto anti-sommossa arrivano al primo piano e in parte del secondo. Ma la via d’accesso al terzo piano dell’edificio viene barricata dagli occupanti. A terra, alcuni attivisti salgono sulla scala dei Vigili del fuoco con i poliziotti impegnati nel corpo a corpo. Continua il presidio e sul tetto la resistenza. Tuttavia la polizia “scala” l’ex Poste fino al terzo piano. Ma sul tetto nessuna intenzione di mollare. È la stessa situazione del 20 ottobre all’ex Telecom.
Dopo le 15 parte una nuova carica della polizia per disperdere il presidio di solidarietà con gli occupanti. Tre ore dopo, l’impasse è totale: sul tetto ci sono ancora decine di occupanti, mentre altre donne e bambini sono stati portati fuori dall’edificio dalle forze dell’ordine chiamate a “ripristinare la legalità” come deciso d’intesa fra Comune, questura e magistratura.

Il presidio in strada però continua ad ingrossarsi. Intorno all’ex Poste c’è un vero e proprio “cordone di sicurezza”: bus costretti alla deviazione, traffico bloccato a 200 metri di distanza. Ancora tensione, quando i vigili di fuoco provano a guadagnare l’accesso al cortile dell’edificio con l’autoscala indispensabile a “liberare” anche il tetto.

Prima delle 20 persiste lo stallo: tetto dell’ex Poste sempre occupato da una cinquantina di persone, presidio in strada e forze dell’ordine schierate. Social Log lancia l’appello al prefetto Ennio Mario Sodano: obbiettivo un tavolo di confronto con la giunta di Bologna e la proprietà dell’ex Poste. Nessuna risposta ufficiale.

Il sindaco Merola risulta fuori Bologna. Impegnati fuori città anche gli assessori al Welfare, Amelia Frascaroli, e alla casa, Riccardo Malagoli. È chiaro che nessuno degli amministratori comunali vuole schiodarsi dalla posizione assunta fin dallo sgombero dell’ex Telecom. Prima l’ordine pubblico, poi forse le dichiarazioni. I servizi sociali hanno offerto soluzioni d’emergenza, ma soltanto una minima parte delle persone senza casa ha accettato. Gli altri si riscaldano come possono sempre davanti all’ex Poste. La resistenza continua e si profila una lunga notte, non solo per gli attivisti e le famiglie che resistono.

Fin dal pomeriggio il consigliere comunale di Sinistra Italiana, Mirco Pieralisi commentava così la situazione in via Agucchi: «Sono entrati ancora una volta in un posto vuoto da decenni, toccano con mano l’assoluta ingiustizia di posti vuoti lasciati al degrado, pubblici in questo caso». E polemizza ironicamente nei confronti della giunta Pd-Sel di fronte allo schieramento delle forze dell’ordine chiamate ad eseguire lo sgombero: «Non credo ci sia stato il signor Poste italiane che abbia telefonato alla questura…».

Bologna si prepara a fare i conti, fino in fondo, con il “bilancio” della giunta Merola. E si profila fino a primavera un “confronto” tutt’altro che facile e scontato.