Nel pomeriggio di ieri la Corte suprema indiana ha ufficializzato la sospensione di tutti i procedimenti legali contro i fucilieri di Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati dell’omicidio dei due pescatori indiani Ajesh Binki e Valentine Jelastine al largo delle coste dell’India meridionale, stato del Kerala, il 14 febbraio 2012.

La misura è arrivata in seguito a una notifica del governo federale indiano, che indicava alla Corte suprema di obbedire alle disposizioni elencate nella sentenza del 24 agosto emessa dal Tribunale del Mare di Amburgo (Itlos).

I 21 giudici del collegio internazionale avevano decretato lo stop a tutti i processi del caso Enrica Lexie in India e in Italia, fino a quando la Corte arbitrale dell’Aja non raggiungerà un verdetto circa la giurisdizione del caso, sulla quale India e Italia concorrono dando due differenti interpretazioni della Convenzione sul diritto del mare dell’Onu (Unclos), che entrambe hanno ratificato.

La Corte suprema indiana ha esteso la sospensione fino al prossimo 13 gennaio, respingendo la richiesta dei legali dei due fucilieri che suggerivano una sospensione «sine die». Non è una data casuale: il 14 gennaio prossimo, a mezzanotte, scade l’ultima proroga della licenza grazie alla quale Massimiliano Latorre si trova in Italia da quasi un anno – rinnovata quattro volte – per sottoporsi alle cure di riabilitazione in seguito a un attacco ischemico sofferto a New Delhi.

Con la sospensione dei processi, infatti, non è chiaro se l’India possa reclamare il ritorno di Latorre nel paese e nemmeno, per contro, se Girone potrà fare ritorno in Italia prima della sentenza alla Corte arbitrale dell’Aja. Il professore di diritto internazionale all’università Luiss di Roma Natalino Ronzitti, interrogato su questo punto da RaiNews, nei giorni scorsi ha dichiarato: «Significa […]che il marò che si trova in Italia (Massimiliano Latorre, nda) resta in Italia perché l’India non può ordinare a questa persona, dopo la fine del congedo che gli è stato dato, di tornare in India.

Significa anche che il marò che è in India (Salvatore Girone, nda) resta in India ma non può essere sottoposto a ulteriori restrizioni».

Secondo diversi giuristi, la Corte arbitrale dell’Aja – che, parafrasando il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, si riunirà «nelle prossime settimane» – raggiungerà un verdetto tra non prima di due anni.