Probabilmente la sindaca di Roma non riuscirà a congelare a lungo le deleghe dell’assessora all’Ambiente Paola Muraro che solo lunedì ha rassegnato le proprie dimissioni pur avendo ricevuto l’avviso di garanzia per i reati ambientali di cui è accusata già il 7 dicembre scorso. La temperatura, in Campidoglio e dentro al M5S, sale rapidamente verso i livelli di guardia, anche se il virus è un banale avviso di garanzia. Ma il garantismo non è principio da usare solo al bisogno.

Così la mancata sostituzione della fedelissima di Virginia Raggi sta spaccando il popolo grillino e ieri ha scatenato quasi una rissa tra consiglieri dem e 5S nell’Aula Giulio Cesare.

«Basta bugie su Muraro», «L’Aula non è Facebook», «Raggi tace e Ama scoppia»: i cartelli dell’opposizione vengono sollevati durante la discussione generale sul bilancio previsionale 2017-2019. L’opposizione chiede alla sindaca di riferire in Aula, tanto più perché «la spinosa questione – attacca la consigliera dem Valeria Baglio – deve essere tra le priorità del Campidoglio».

Ieri infatti a Palazzo Senatorio si è tenuto un vertice tra il dg di Ama, Stefano Bina, l’amministratore unico Antonella Giglio e l’assessore alle Partecipate Massimo Colomban. In discussione il futuro dell’azienda che, come spiega il segretario della Cgil Roma e Lazio, Natale Di Nicola, è precipitata in un «grande caos e preoccupazione», «portata» così com’è «sul baratro».

Secondo i rumors, Bina starebbe infatti valutando di lasciare il posto che Casaleggio jr ha voluto per lui appena tre mesi fa, perché in disaccordo con le nuove nomine imposte da Giglio. Nella macrostruttura di Ama «firmata solo dall’amministratore unico e che non possiamo non immaginare frutto di un pesante lascito proprio dell’ex assessore, dimessasi infatti poche ore dopo», argomenta Baglio, «vengono premiate personalità poco lineari e riconducibili alla gestione che fu di Panzironi nell’èra Alemanno. Ci sono poi alcune chicche che fanno pensare a un atto illegittimo, con lo stesso dirigente nominato sia responsabile degli acquisti che dell’anticorruzione, unico caso in cui chi dovrebbe controllare è anche il controllato».

La presidente del Pd Lazio Lorenza Bonaccorsi invece bolla come «omertoso» l’«atteggiamento» dei 5S che avrebbero coperto Muraro dal 7 dicembre fino a lunedì. Cinque giorni di travaglio fino al bisturi voluto dal grande capo. Anche se il Campidoglio ieri si è preso la briga di smentire ufficialmente la notizia che fosse stato Grillo  a imporre le dimissioni dell’ex consulente Ama inquisita durante il vertice di maggioranza notturno: «Ci sono stati contatti tra la prima cittadina e Beppe Grillo solo al termine della riunione», assicura la nota.

Intanto, Riccardo Magi, segretario di Radicali italiani, insiste perché la giunta 5S rimetta in funzione quell’Anagrafe dei rifiuti che i Radicali fecero introdurre nel 2013 per garantire la trasparenza sul lavoro degli impianti di trattamento e di smaltimento, e sui relativi controlli, ma i cui dati sul sito di Roma Capitale sono fermi al primo semestre 2014.