Ieri si è svolta una cerimonia a San Giovanni d’Asso, nell’ambito della Mostra Mercato del Tartufo Bianco delle Crete Senesi per la consegna del premio «Un Tartufo per la Pace 2016», assegnato alla famiglia di Regeni (ogni anno il premio viene conferito a organizzazioni o persone che si sono distinti per l’impegno nella difesa dei diritti fondamentali. A ritirare il premio dalle mani del presidente dell’Associazione Tartufai Senesi, Paolo Valdambrini, sono stati la mamma Paola Deffendi e il padre Claudio, accompagnati dall’avvocato Alessandra Ballerini. Toccanti le parole della madre Paola che ha ricordato come il figlio Giulio: «Era un ricercatore universitario, non un giornalista e neanche una spia, tanto per sfatare le numerose dicerie che circolano su di lui».

La famiglia di Giulio Regeni ha inoltre annunciato che entro la metà di dicembre si terrà un incontro con la procura egiziana. Il padre, Claudio Regeni, ha rivelato un nuovo particolare sulla vicenda: «Siamo in attesa della visita da parte di una commissione della procura egiziana e, finalmente, speriamo che possa realizzarsi entro metà dicembre».

«Quando, a settembre, i procuratori egiziani sono venuti a Roma – ha detto il legale della famiglia, Alessandra Ballerini – hanno chiesto di incontrare i genitori di Giulio. Se vengono dal Cairo per parlare con noi spero che sia perché hanno qualcosa di importante da dirci». Alla cerimonia di premiazione a Siena è intervenuta Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia.

«La violenza non è mai accettabile ma quella che viene dagli apparati dello Stato o che gli apparati dello Stato non contribuiscono a scoprire è la più insopportabile – ha detto Bindi – Chiediamo verità e giustizia per la famiglia, per l’Italia, per tutti coloro che lottano in ogni parte del mondo per la difesa dei diritti umani».