Perso il summit estivo sulla disoccupazione giovanile, Torino – in occasione del semestre di presidenza italiana dell’Ue – non resta a bocca asciutta. E si ritaglia un ruolo di capitale ospitando, oggi e domani alla Reggia di Venaria, il vertice dei 28 ministri europei della Cultura. Con in programma la conferenza internazionale «Il patrimonio culturale come bene comune: verso una gestione partecipativa nel terzo millennio».

Si parlerà, per esempio, di patrimonio culturale in quanto risorsa collettiva. Ottime intenzioni che spesso divergono dalla prassi. «Torino e le scelte della sua amministrazione lo dimostrano» sostiene l’Assemblea Cavallerizza 14:45, il gruppo di cittadini e artisti che da maggio occupa l’importante complesso storico, protetto dall’Unesco, messo in vendita dal Comune. Hanno scritto una lettera ai ministri Ue della Cultura: «La conferenza internazionale vuole individuare approcci efficaci per la governance e la gestione del patrimonio culturale che rispettino migliorino i valori sociali, culturali, simbolici ed economici. Può essere compatibile con la privatizzazione irreversibile di un bene comune inestimabile come la Cavallerizza Reale?». Accusano l’amministrazione guidata da Piero Fassino di «voler disperdere un patrimonio unico, svendendolo a speculatori privati, ai soli fini di ridurre l’enorme debito delle casse comunali». Perché – si domandano gli occupanti della Cavallerizza – non investire su quella progettazione partecipativa di cui parla la Conferenza Ue? «La Cavallerizza potrebbe seguire molti altri esempi europei di successo e diventare la ’casa delle culture’, pubblica e aperta a tutti».

A Torino, per la Conferenza alla Reggia di Venaria, sono arrivate le delegazioni dei 28 Paesi europei. Il Comune ha organizzato una settimana della cultura con eventi, convegni, notti bianche e musei gratis o a prezzi ridotti. «Il summit rappresenta un grande riconoscimento alla centralità della cultura nelle politiche cittadine degli ultimi anni – sottolinea Fassino – per noi ormai da tempo la cultura è vista come un pilastro, non un elemento aggiuntivo, ma fondante nelle nuove strategie di sviluppo». Alla Gam saranno in mostra le opere di Roy Lichtenstein, maestro indiscusso della Pop Art.

Parallelamente al cartellone ufficiale, l’Assemblea Cavallerizza 14:25 ha preparato un contro-vertice: «La cultura è reale». Inaugurato sabato, presenta un programma ampio di spettacoli, dibattiti e concerti (Africa Unite e Statuto, tra gli altri). Questa sera, gli attivisti saranno davanti al Teatro Carignano, fuori dal TorinoDanza festival, in presidio per «una cultura fatta dal basso accessibile e non mercificabile, il tipo di cultura che non sembra interessare a chi ci rappresenta al vertice europeo». Garantiscono nei prossimi giorni iniziative e blitz fuori programma. Gli occupanti, fallita la possibilità di una convenzione con la Soprintendenza, hanno inoltre deciso di riaprire i Giardini reali, posti dietro alla manica lunga dell’edificio principale. «Li restituiamo alle persone che abitano la città e hanno diritto di attraversare e godere di un bene comune».

A ottobre il tema Cavallerizza rimarrà all’ordine del giorno: a meta mese è previsto al Politecnico, Facoltà di Architettura, un convegno sul futuro del complesso architettonico. Parteciperanno docenti, tecnici, istituzioni e attivisti della Cavallerizza 14:25. Uno degli obiettivi è di iniziare un confronto fra amministrazione e istituzioni culturali.