È partita ieri la missione ExoMars, che porterà una sonda a orbitare intorno a Marte e un modulo più piccolo, il lander Schiaparelli, a poggiarsi sul suolo del pianeta rosso. Per il lancio è stata utilizzata la piattaforma kazaka di Bajkonour alle 10:31 (ora italiana). Il viaggio verso Marte durerà circa sette mesi. Secondo i piani, la sonda Trace Gas Orbiter dovrebbe entrare in orbita intorno a Marte il 19 ottobre, dopo aver percorso 500 milioni di chilometri. La sonda dovrebbe rimanere in orbita per sette anni. Appena raggiunta l’orbita, il modulo tenterà la discesa sul pianeta, dove però sopravviverà ben poco per mancanza di energia. In quel momento si troverà a una distanza di 170 milioni di chilometri da noi, poco più lontano del Sole.
La missione è organizzata dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa), ma l’investimento principale è italiano. L’Agenzia Spaziale Italiana, infatti, ha contribuito con 350 milioni di euro, quasi un terzo del totale. L’obiettivo della missione ExoMars è la ricerca di segnali di vita (passata o attuale) su Marte. Il lancio di ieri rappresenta solo la prima fase, che servirà a raccogliere dati ma soprattutto a verificare tecnologie che saranno utilizzate in una seconda missione ExoMars, prevista per il 2018. In questa seconda missione, su Marte dovrebbe posarsi un veicolo in grado di muoversi e raccogliere campioni in diversi punti del pianeta.

15clt2pezzolaterale
Il rover di ExoMars che verrà impiegato nella seconda fase, quella del 2018

L’ipotesi della vita su Marte non è più una fantasia da film hollywoodiano. In passato, altre missioni hanno suggerito che sulla superficie del pianeta l’acqua abbia potuto scorrere in forma liquida, una condizione ritenuta necessaria alla vita. La ricerca di ulteriori conferme andrà in diverse direzioni. Da un lato si esploreranno i «canali» di Marte, probabilmente scavati dall’acqua, e in cui è possibile che permangano micro-fossili di forme di vita passate. Un possibile segnale potrebbe derivare dalla presenza di molecole «omochirali», cioè orientate in modo da facilitare il metabolismo.
Molecole come zuccheri e aminoacidi, ad esempio, teoricamente possono esistere in due forme diverse e simmetriche, del tutto equivalenti dal punto di vista chimico. Ma negli esseri viventi terrestri se ne trova solo una, che favorisce le reazioni necessarie alla vita. Se questa asimmetria fosse verificata in molecole organiche rinvenute su Marte, gli scienziati avrebbero un forte indizio che quelle molecole provengano da attività biologica.

Il metano rappresenta un’altra pista. Sulla Terra, il metano è prodotto al 90% dal metabolismo degli esseri viventi. Anche su Marte, il metano potrebbe avere dunque origine biologica ed essere generato da microorganismi attualmente attivi o estinti. Nelle missioni del 2003 e del 2006, anche su Marte è stata rilevata una forte concentrazione di metano soprattutto in tre regioni. Si tratta delle stesse aree in cui, secondo i dati, è possibile che in passato sia stata presente acqua allo stato liquido. La presenza nello stesso luogo di acqua e metano fa drizzare le antenne ai ricercatori, che dunque lì andranno a cercare eventuali segni di vita.

Ma per avere queste informazioni occorrerà che un «rover» (un veicolo mobile), giunga su Marte. Si tratta della seconda fase della missione ExoMars, che inizierà con un nuovo lancio previsto nel 2018. Il rover sarà in grado di raccogliere campioni e analizzarli direttamente sul suolo marziano. Solo in seguito, con missioni ancora allo stato di progetto, verranno portati sulla Terra campioni del suolo marziano da analizzare più in dettaglio, possibilmente evitando di contaminare la Terra con micro-organismi marziani, e viceversa. Un viaggio di andata a ritorno su Marte è però un’impresa ancora molto complessa, per il quale sarà necessario uno sforzo congiunto di Esa, Nasa e che forse coinvolgerà anche le agenzie cinesi e indiane. Sarà un ulteriore avvicinamento all’obiettivo finale, questo sì degno di Hollywood: l’arrivo di un astronauta su Marte.

I tempi sono ancora lunghi, e non promettono di essere tranquilli. È difficile prevedere quale bandierà ci sbarcherà per prima.