«Per il Pd è urgente approvare in parlamento lo ius soli, la legge buonista che regala la cittadinanza anticipata a chiunque nasca in Italia. Per loro questa è una priorità per gli italiani. Sono matti». Gioca facile Matteo Salvini. Ogni volta che si parla di un provvedimento utile a migliorare le condizioni di vita di chi è immigrato nel nostro paese, il leader della Lega lascia intendere che la sua approvazione avverrebbe a scapito degli italiani, lasciati in secondo piano. Peccato che nel caso in questione a essere messi da parte sono gli interessi di chi – figlio di quanti hanno scelto il nostro paese per costruirsi una nuova vita – italiano lo è già di fatto, anche se l’assenza di una legge gli impedisce di essere considerato come cittadino.

L’ultima sfida del Carroccio riguarda la nuova legge sulla cittadinanza, una riforma che consentirebbe a più di 900 mila bambini figli di immigrati di diventare finalmente e ufficialmente cittadini italiani. Approvata un anno fa dalla Camera, da allora è ferma in commissione Affari costituzionali del Senato. Il via libera al testo consentirebbe non solo di mandare in soffitta lo ius sanguinis (sei cittadino italiano solo se nato da genitori italiani) – ma rappresenterebbe un passaggio fondamentale per l’integrazione di almeno una generazione di minori, moltissimi dei quali sono nati in Italia.

Da qualche tempo, però, intorno alla riforma si notano movimenti sospetti. «Il problema è che non c’è una maggioranza affiatata, quindi ogni volta che tenti di accelerare su provvedimenti particolarmente delicati vieni fermato. E’ successo anche con il reato di tortura e con la riforma del diritto penale», denuncia la senatrice Pd Doris Lo Moro, relatrice della riforma in Commissione Affari costituzionali. Un riferimento agli alleati del Ncd, ma non solo. Ieri la Commissione ha licenziato il testo contro il cyberbullismo e la prossima settimana dovrebbe essere approvata la legge Zampa sui minori non accompagnati. Subito dopo toccherebbe alla riforma della cittadinanza, ma non è detto che andrà così. E non solo per l’ostruzionismo del Carroccio, che ha già presentato quasi 8.000 emendamenti al testo. Anche e soprattutto per una serie di manovre sospette notate all’interno dello stesso Pd. Manovre che, stando a quanto denunciato dalla sinistra interna, riguarderebbero un patto siglato proprio con la Lega in base al quale la riforma verrebbe di fatto accantonata in cambio di un accordo su una legge elettorale che consentisse di andare la voto entro giugno. Accordo per niente reso inutile dalla sentenza di ieri della Corte costituzionale. ««In effetti in questi giorni si sente che c’è qualcosa che non va», ha ammesso nei giorni scorsi la stessa senatrice Lo Moro.

In teoria la riforma era una dei cavalli di battaglia del Pd e lo stesso Renzi l’ha più volte definita un atto di giustizia verso i bambini nati nel nostro paese. Per un motivo o per una altro però, dopo il via libera ottenuto a Montecitorio, non si è più riusciti a liberarla dalla palude nella quale si è arenata al Senato.

Questione di numeri, ma anche di scadenze considerate evidentemente più importanti al Nazareno. Prima il referendum costituzionale e, adesso, la volontà di andare alle urne il più presto possibile, esigenza comune a Lega e M5S, ma anche al Pd. Da qui la nascita dei sospetti che hanno fatto infuriare Gianni Cuperlo. al punto di spingerlo minacciare l’uscita dal Pd. «Se il mio partito contrabbandasse una legge di civiltà come lo ius soli con una legge elettorale, quella sarebbe una delle ragioni per abbandonare quel partito», ha detto il leader della sinistra interna.

A spingere per l’approvazione della riforma sono anche le organizzazioni che hanno dato vita alla campagna «L’Italia sono anch’io», e che ieri hanno lanciato un appello ai parlamentari. «Il ddl licenziato dalla Camera presenta molte criticità e carenze – si legge nell’appello -, tuttavia la sua rapida approvazione favorirebbe i processi di inclusione ed eviterebbe di approfondire la distanza già grande tra le istituzioni italiane e le persone di origine straniera»