La vittoria di Tsipras aumenta il buonumore a sinistra ma la «spinta propulsiva» per la riunificazione promessa ancora non si vede. Anzi, ogni giorno ha la sua croce. Sabato scorso, per esempio, Sel ha applaudito e votato il nuovo presidente Mattarella mentre a nome dell’Altra Europa il sociologo Revelli si dichiarava scettico. Ha chiuso la diatriba Maurizio Landini, sindacalista ma anche riferimento della sinistra-sinistra, dichiarando che se fosse stato in parlamento «anche io avrei votato Mattarella». A sua volta però il leader Fiom, insieme al costituzionalista Rodotà, da qualche settimana commentano freddamente il «coordinamento unitario» lanciato a Milano, annunciando invece la nascita di una «rete della sinistra sociale». Pippo Civati ieri si è sfogato sul blog: «Non credo che la sinistra si ricostituisca con quella vena di antipolitica che ricorre puntualmente (anche da parte di persone che hanno fatto politica tutta la vita), né con i sindacati che parlano male dei partiti né con il solito messaggio di divisione, puntuale come la morte civile». Civati preferisce «un progetto di governo diverso» con il concorso plurale di chi ha argomenti e non solo moniti da pronunciare e una classe dirigente rinnovata perché competente e contemporanea».