L’immancabile papillon e la dialettica a cui siano stati abituati nelle sue frequenti ospitate a Che tempo che fa. Luca Mercalli, classe 1966, rappresenta da più di dieci anni una sorta di grillo parlante della tv pubblica, avvertendoci con garbo e metodo sui disastri che l’uomo ha combinato sul pianeta, i suoi possibili rimedi e le resistenze di lobbies e politica.
Finalmente quei dieci minuti dieci si sono trasformati in un ciclo di sei puntate – dall’impegnativo titolo Scala Mercalli – che da domani Raitre propone in prima serata, lanciata proprio dallo show di Fazio. In diretta dal Centro Multimediale Sheikh Zayed della Fao, il climatologo torinese racconterà i vari gradi della crisi ambientale e la via della sostenibilità e l’esaurimento delle risorse energetiche.

«Nonostante il titolo della trasmissione sia un piano inclinato su cui si rischia di scivolare – ha sottolineato Mercalli nell’incontro di presentazione – io voglio, lontano da ogni narcisismo, essere portavoce di una comunità scientifica che da circa trent’anni ha analizzato completamente i vari problemi ambientali. E non solo, esistono milioni di pubblicazioni scientifiche che ci avvertono sulla criticità della situazioni e i rischi che stiamo correndo». La prima puntata è infatti giocata proprio su questi interrogativi: che clima ci aspetta domani? E quanto potremo ancora sfruttare le risorse del pianeta che ci ospita. Stiamo distruggendo il pianeta e pur consapevoli del precipizio incombente, reiteriamo negli stessi errori. «L’informazione – continua Mercalli – è quindi fondamentale. Nel 1992 a Rio de Janeiro tutti i governi del mondo hanno firmato la convenzione quadro sui cambiamenti climatici che avrebbe dovuto dare degli effetti pratici sulla riduzione dell’inquinamento. Sono passati 23 anni: di cosa stiamo parlando, sappiamo già tutto, perché si è così lenti?».
Secondo il climatologo autore di circa 2 mila articoli, una decina di saggi e oltre 1400 conferenze in Italia e nel mondo, parte della responsabilità va imputata anche a una informazione non capillare: «Quello che cerchiamo di fare è raggiungere milioni di persone, una partecipazione che migliaia di conferenze da sole non possono dare, per cercare di sollevare questo muro una volta per tutte».

Una sensibilizzazione che passa attraverso una serie di documentari internazionali – dai ghiacci delle Ande alle megalopoli cinesi – , ospiti dal mondo scientifico: «non aspettatevi i soliti noti, sono personalità perlopiù mai apparse in tv, ma con competenze specifiche», per approfondire gli argomenti affrontati nelle varie puntate.
Scala Mercalli – un progetto curato anche da Stefano Di Gioacchino, Elisabetta Marino, Mariella Salvi per la regia di Claudio Del Signore – vuole essere anche: «Una sfida metodologica, vediamo se riusciamo a spiegare con certi ingredienti e un vocabolo costruttivo, la situazione ambientale nel mondo. Senza allarmismi ma senza sottovalutare i problemi in modo da coinvolgere le persone e di conseguenza la politica e l’economia per fare quelle scelte che ci consigliano di fare da oltre trent’anni».