Dopo pochissime ore dalla pubblicazione del video da parte del Washington Post, dove si vede il candidato repubblicano Donald Trump fare battute sessiste e volgari con il presentatore Bill Bush, WikiLeaks ha reso pubbliche, come aveva annunciato nei giorni precedenti, in occasione del decennale dell’organizzazione, 2.050 email e 170.000 allegati hackerati dall’account personale del chairman della campagna elettorale di Hillary Clinton, lo spin doctor John Podesta,

Alcune delle lettere pubblicate riguardano la Turchia, il suo ruolo nella lotta contro Daesh, i suoi interessi nel conflitto siriano. «La Turchia vuole imporre una no-fly zone nel nord della Siria per proteggere i rifugiati e per arrestare il loro flusso verso la Turchia – si legge in una delle mail ai rappresentanti del Consiglio di Difesa Usa – ma questo può avvenire solo con la presenza di forze di terra».

La lettera sottolinea inoltre che l’Iran potrebbe diventare un «tema catalizzatore» per la Turchia e gli Stati Uniti e che la Russia e il presidente Bashar al-Assad potrebbero essere visti come una minaccia alla sicurezza di entrambi i Paesi.

Queste 2.050 email rilasciate sono una prima parte di un contenuto che ne comprende oltre 5000, e la parte più delicata, ai fini elettorali, riguarda principalmente i rapporti tra Wall Street e Hillary Clinton, in special modo come gestire i media a proposito delle donazioni alla Fondazione Clinton da parte di finanziatori legati all’attività mineraria e all’energia nucleare. Ma non solo. Ci sono i contenuti di alcune conferenze tenute a porte chiuse e pagate centinaia di migliaia di dollari che Clinton ha tenuto a Wall Street, e di cui il socialista Sanders le ha sempre chiesto, invano, di mostrare le trascrizioni.

In uno degli estratti, Clinton dice ai banchieri di essere loro i meglio posizionati per aiutare a riformare il settore finanziario negli Stati Uniti. Ha anche detto di sentirsi «lontana dalla classe media» e di aver favorito i trattati a favore del «libero scambio e l’apertura economica delle frontiere», contro i quali Trump si è sempre scagliato.

Tra gli estratti emergono commenti pronunciati a un evento promosso da Goldman Sachs nell’ottobre 2013, in quell’occasione Clinton aveva parlato della necessità di consultare Wall Street riguardo la riforma finanziaria.

Sempre nel 2013 aveva parlato del suo «sogno» di un mercato comune. «Il mio sogno è un mercato comune, con il commercio aperto e l’apertura commerciale delle frontiere, un futuro con l’energia che sia il più verde e sostenibile possibile, alimentando così crescita e opportunità per ogni persona nell’emisfero».

Non è la prima volta che Wikileaks viola la mail della candidata democratica. Clinton era entrata nel mirino del gruppo guidato da Julian Assange lo scorso marzo, quando furono messe in rete oltre 30mila email spedite dall’allora segretario di Stato. All’email-gate aveva fatto seguito ad agosto una nuova pubblicazione di altri 15.000 messaggi di posta.

I nuovi messaggi pubblicati risalgono ad anni fa, ma sono presenti anche alcuni del mese scorso.
Lo staff della campagna di Clinton per ora smentisce la veridicità delle email e accusa la Russia. John Podestà stesso tramite il suo account Twitter si è riferito all’episodio come all’opera di un hacker russo, suggerendo come alcuni dei documenti possano essere stati alterati.
«Non sono contento di essere stato hackerato dai russi nel loro tentativo di favorire l’elezione di Donald Trump – ha twittato Podestá – Non ho ora il tempo di capire quali documenti siano reali e quali falsi».