«Colpo di mano» del governo sul Codice appalti, che in Gazzetta ufficiale ha pubblicato – denuncia la Cgil – un testo diverso da quello che era uscito qualche giorno fa dopo un lungo lavoro parlamentare e nelle commissioni. «Sembrava una buona legge, poi il governo ha stravolto alcuni dei contenuti previsti dal nuovo Codice degli appalti», dice il sindacato, che ora ha modificato il suo precedente parere positivo sul testo.

Sono tre i punti contestati: «Per prima cosa – spiega – si prevede l’obbligatorietà dell’indicazione in sede di offerta della terna dei subappaltatori solo per gli appalti sopra soglia comunitaria, quando è noto a tutti che l’80% dei contratti riguarda appalti al di sotto del milione di euro».

Modifica anche alle clausole sociali: «Si lascia alla volontà delle stazioni appaltanti la facoltà di applicarle o meno, quando è essenziale, invece, che la esigibilità delle stesse clausole sia certa e non aleatoria».

Il terzo punto negativo «non aver recepito l’accordo tra le categorie sindacali delle costruzioni e il ministero delle Infrastrutture (nella foto il ministro Graziano Delrio, ndr) per quanto concerne la salvaguardia occupazionale dei lavoratori impegnati nelle concessioni autostradali».

Infine, ha notato la Fp Cgil, grazie a un «tecnicismo» viene di fatto cancellata «la progettazione interna alla Pubblica amministrazione per le opere pubbliche, che sarà al contrario forzatamente appaltata al privato».