Il prossimo Capodanno a Colonia dovrà filare liscio. Altrimenti è fin troppo facile immaginare quel che succederebbe: se si dovessero nuovamente verificare i disordini dell’ultima notte di San Silvestro, la destra xenofoba di Alternative für Deutschland (Afd) non tarderebbe un minuto nel gridare al «fallimento dello stato» di fronte al «caos», invocando tolleranza zero contro i migranti. E l’anno delle elezioni – previste a settembre – comincerebbe all’insegna delle strumentalizzazioni più triviali.

È denso di significato «politico», dunque, il piano per la sicurezza presentato ieri a Colonia dal comune e dalla locale questura (alle dipendenze del governo del Land). In sostanza: 1.500 poliziotti a fronte dei 140 in servizio lo scorso anno, più altri 600 fra agenti della municipale e vigilantes privati assoldati dalla giunta guidata dalla sindaca Henriette Reker. E telecamere di sorveglianza in tutto il centro città, per un costo di circa un milione di euro.

A sentirsi protette, nelle intenzioni delle autorità, dovranno essere soprattutto le donne, a centinaia vittime lo scorso Capodanno di numerose aggressioni a sfondo sessuale. Nella rappresentazione mainstream, gli autori delle violenze furono solo migranti, in particolare nordafricani: ad oggi, tuttavia, le oltre 1.200 segnalazioni alle forze dell’ordine si sono tradotte in appena 5 procedimenti penali avviati. Se il dato delle aggressioni di uomini contro donne è indiscutibile, non esistono evidenze che dimostrino che i colpevoli fossero realmente in gran parte immigrati nordafricani o addirittura richiedenti asilo. Ma tant’è: quel messaggio è passato, come se i maschi tedeschi non dessero tristi spettacoli a ogni carnevale e Oktoberfest. Non a caso, fu proprio a seguito dei fatti di Colonia che in Germania cambiò il clima sul tema dell’accoglienza, e contro la cancelliera «buonista» Angela Merkel cominciarono a piovere critiche molto dure.

Da allora alcune norme sono state inasprite: ad esempio, il diniego dell’asilo a causa di un reato commesso dal richiedente ora scatta più facilmente (basta una condanna a un anno, prima era di due). E altre ancora vorrebbe modificarne il governo, ma per ora senza fortuna: l’esecutivo di grande coalizione fra democristiani e socialdemocratici vuole facilitare i rimpatri verso i Paesi del Maghreb, classificandoli come «sicuri», ma non ha i numeri al Bundesrat, il cui voto è necessario. A Merkel servirebbe il consenso dei Verdi, che mantengono – non senza qualche mugugno della destra interna – una linea di rifiuto della svolta securitaria della cancelliera.