L’editoria per ragazzi difficilmente registra numeri vertiginosi, come un milione di copie. Accade in rarissimi casi e non sempre, poi, quei prodotti che vengono premiati con le vendite sono i migliori a circolare nel mercato dei libri. Possono accadere però fenomeni bizzarri, quasi imprevedibili anche per i maghi del marketing.

Uno di questi è rappresentato dagli album da colorare – adatti ad ogni età e in particolar modo anche per adulti annoiati – dell’artista scozzese Johanna Basford, baciati dalla fortuna. Dopo Il giardino segreto, è la volta della Foresta incantata, frutto di una passione smodata per Alice nel paese delle meraviglie e di un amore viscerale per l’inchiostro.

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Ad averli portati entrambi in Italia è stato l’editore Gallucci che, con questo secondo album (pp.92, euro 16,50) tenta di replicare il successo già sperimentato. Qual è allora la formula vincente? L’esplorazione di un intricato groviglio di disegni, da riempire con colori a proprio piacimento, ricercando alcune figure-chiave che poi alla fine del «non testo» tornano. La verità è che quegli albi con i contorni severi, in cui l’immaginazione di ogni bambino veniva imbrigliata e un po’ telecomandata a distanza (non si poteva uscire dai margini in libertà), li abbiamo odiati tutti. Sia da piccoli che da grandi, in veste di genitori. Allora cosa è accaduto per far cambiare così le sorti a un «oggetto» guardato con diffidenza fino a poco tempo fa? Senz’altro il valore artistico più alto, la sua promessa interattività nascosta e quel ritrovare la «perdita dell’innocenza», quella che abbiamo sperimentato con l’uso spericolato della tecnologia digitale. Ha un sapore vintage, promette un rilassamento che somiglia a una trasgressione (soprattutto, dei ritmi compulsivi quotidiani) e rappresenta un tempo liberato, un ozio inaspettato che bussa alla porta di casa. In più, ci riconcilia con l’odore dei pastelli, delle matite, dei gessetti. Niente asettici mouse da impugnare nevroticamente.

Il successo planetario dei suoi album ha sorpreso per prima l’autrice stessa: Johanna Basford sventola felice sul suo sito una copertina con scritto sold out. «Sono una evangelista dell’inchiostro», si definisce.
Un’artista che preferisce penne e matite ai pixel e ai click del computer. Prevalentemente, disegna in bianco e nero, lasciando spazio anche al lettore/colorista, suo partner invisibile. «Il mio lavoro affonda le radici in rigogliose immagini vegetali. Sono cresciuta in un ambiente rurale della Scozia, circondata da flora e fauna, i miei genitori avevano un allevamento ittico».

Gli album lussureggianti di Basford nascono da un semplice schizzo, poi il pennino comincia a vagare fino a riempire fogli su fogli. E prendono vita mondi fantastici, universi paralleli che possiedono un’anima calda, emanando il piacere del gioco.