Se il M5s riuscirà a piazzare in primavera l’intera lista nel consiglio comunale di Palermo, Sabrina Tipa dovrà ringraziare gli 11 elettori-attivisti che l’hanno votata alle «comunarie», celebrate sul web qualche giorno fa dal movimento di Beppe Grillo. La donna è all’ultimo posto nell’elenco dei candidati scelti on line dai 5stelle, appena un voto in più ha preso Marilisa Indemburgo (12). Il recordman è Santi Tedesco, 77 preferenze. Su 2mila iscritti al blog di Grillo, solo in 524 hanno esercitato il loro diritto di voto. Meno di un terzo. E’ la democrazia di un movimento che a Palermo è allo sbando totale. Il «Grillo di Palermo», lo storico meet-up, si è spaccato. L’inchiesta della Procura sulle firme false ha spezzato l’idillio, la scelta poi dell’attivista Mauro Giulivi (anche lui in lista, 62 voti), vicino al deputato Riccardo Nuti (indagato) di chiudere il forum, ha indotto un grillino della prima ora come Adirano Varrica a creare il meet-up alternativo ‘Palermo in movimento’ cui hanno aderito molti degli attivisti vicini alle ‘colombe’ che hanno come punto di riferimento i parlamentari regionali Gianpiero Trizzino, Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, gli ultimi due indagati nell’indagine firme false e auto-sospesi dopo la decisione di collaborare con i pm.

Rinviate di tre mesi per le spaccature amplificate poi dallo scandalo dei falsi, le comunarie sono state celebrate in sordina nell’arco di poche ore. Rispetto ai 122 candidati la rosa alla fine si è ristretta a 79 perché alcuni si sono tirati indietro, come la leader del movimento Lgbt Daniela Tomasino, e altri sono stati estromessi come Samantha Busalacchi, l’attivista fedelissima di Nuti anche lei indagata, allontanata dal gruppo parlamentare M5s all’Assemblea siciliana e sospesa dal collegio dei probiviri, e Riccardo Ricciardi, marito della deputata Loredana Lupo, che alla vigilia era considerato in pole position per l’investitura ma costretto a dare forfait perché indagato: fu lui a consegnate negli uffici elettorali il plico con le firme a sostegno della lista, molte delle quali sarebbero state ricopiate o falsificate.

Fatta la lista, ora tocca al candidato sindaco. Gli iscritti-elettori del blog torneranno al voto on line tra qualche giorno. In corsa ci sono i cinque più votati alle comunarie: Giulia Argiroffi, Giancarlo Caparotta, Tiziana Di Pasquale, Ugo Forello e Igor Gelarda. Tra i più accreditati c’è Forello, avvocato e tra i fondatori di Addiopizzo, il movimento antiracket che si batte per liberare imprenditori e commercianti dalla cappa di Cosa nostra. E’ il ‘grande nemico’ dei ‘monaci’: l’avvocato Domenico Montalbano, legale dei deputati nazionali indagati (Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita), in un esposto ha indicato proprio Forello come il ‘manovratore’, colui che ha convinto La Rocca e Ciaccio a collaborare con la Procura. Su Forello potrebbero convergere i voti delle ‘colombe’ anche perché Giulia Argiroffi, lauree in ingegneria e architettura, e Giancarlo Caparotta, anche lui ingegnere, fanno parte dello stesso gruppo e confidandosi con alcuni attivisti avrebbero manifestato qualche perplessità sulla voglia di fare il candidato-sindaco.

Niente endorsement pubblici, però. Puntano tutto sull’ingegnere Tiziana Di Pasquale i ‘monaci’; avvicinatasi ai grillini la scorsa primavera, Di Pasquale, ritenuta vicina a Riccardo Riccardi, ha mosso i suoi primi passi nei tavoli tematici attorno ai quali si raggruppano gli attivisti per elaborare idee e programmi. Quando esplose la contesa tra i monaci sostenitori delle ‘comunarie’ e le colombe che stavano lavorando alla composizione della lista elettorale senza il vaglio del web, Di Pasquale si schierò con i moderati salvo poi passare tra le fila degli intransigenti quando scoppiò lo scandalo delle firme. E’ iscritta al ‘Grillo di Palermo’ e nei giorni scorsi ha preso parte a due feste organizzate dai monaci in difesa della costituzione e per celebrare il compleanno del meet-up, tra foto e selfie con i ‘nutuani’.

In mezzo c’è Igor Gelarda, il poliziotto sindacalista che si è dato molto da fare negli ultimi mesi, mostrandosi in diverse occasioni a fianco di Luigi Di Maio e attirandosi per questo i sospetti degli attivisti storici. Su Gelarda, al quale vengono contestati da alcuni militanti post anti-migranti, puntano alcuni attivisti rimasti per anni ai margini del movimento perché in rotta con i ‘monaci’, come Vincenzo Pintagno, il professore di educazione fisica che per primo denunciò le anomalie sulle firme per le comunali di quattro anni fa e sentito dai pm come testimone. Tra gli sponsor del poliziotto c’è anche Luigi Scarpello (in lista, 52 voti), l’imprenditore che nel 2012 prestò il locale di via Sampolo trasformato dai 5stelle in comitato elettorale, proprio qui, secondo l’accusa, avvenne la falsificazione che ha fatto implodere il mondo pentastellato.