Viviamo l’epoca 2.0 segnata dal calibro di un dispositivo digitale che connette, collega virtualmente e relaziona mondi opposti, che avvicina all’altro ma che inesorabilmente tende a trasformare i rapporti personali in illusori frammenti di quotidiano.
La rete è ovunque, non si sfugge alle sue maglie che inglobano e annebbiano lo scambio intimo. Attraverso il mondo virtuale si cerca l’incontro, la condivisione, lo sharing, ormai divenuto parola d’ordine, la «messa in comune» del divano, della macchina, dell’appartamento, della foto cool, del piatto che mai mangeremo insieme ma che fa bella mostra di sè sul nostro social di riferimento. Così il vocabolo entra in un immaginario, si fa strada nella consuetudine per divenire nuovo codice di organizzazione e comunicazione sociale.
Ecco allora che la cultura si appropria del gergo e lo ribalta facendone provocazione bonaria: «Condividi o muori!» è la dichiarazione di intenti dell’edizione di quest’anno di «Eruzioni Festival», rassegna di teatro, danza, musica e molto altro che fa leva su un linguaggio recepibile a differenti pubblici e propone una condivisione come scambio concreto.
LA DIREZIONE ARTISTICA
«Gli artisti per antonomasia sono pronti al confronto, quando generano un’opera donano alla collettività una propria visione del mondo e forse per questo sono pronti più degli altri a recepire questi nuovi valori comportamentali». Parla così Agostino Riitano, direttore artistico e ideatore del festival nato nel 2006 alle falde del Vesuvio, ad Ercolano, dove torna dopo 5 anni di assenza.
I palazzi storici, i cortili e le piazze di Ercolano, San Sebastiano al Vesuvio, Massa di Somma, Boscotrecase e Castellammare di Stabia si aprono, per la sesta edizione del festival, alle arti performative contemporanee, agli artisti internazionali e a compagnie teatrali indipendenti, nomi importantissimi e impensabili in provincia, fuori dai circuiti tradizionali e dalla grande città. Il progetto di «Eruzioni Festival» si sviluppa infatti su azioni mirate volte a relazionarsi con un territorio e con cittadini di solito non avvezzi al teatro contemporaneo che ora diventano invece interlocutori privilegiati. L’idea dal forte impatto sociale, ha avuto una lunga pausa, colpa della mancanza di dialogo con l’ente locale che invece quest’anno ha manifestato un particolare interesse per il festival, probabile valore aggiunto nella scalata di Ercolano come Capitale italiana della cultura per il 2018.
Gli spettacoli sono tutti gratuiti grazie al giusto utilizzo dei fondi europei perché, come precisa Riitano: «…servono allo sviluppo del territorio, devono aprire scenari di accessibilità. In questa edizione Eruzioni è frutto di una politica pubblica; gli artisti hanno il cachet pagato ma bisogna dare la possibilità a tutti di accedere ad un servizio che altrimenti avrebbe un prezzo troppo alto perché il pubblico non deve generare reddito ma valore sociale. È diverso il discorso per il mercato dell’arte legato al privato dove bisogna trovare veicoli di compensazione tali da poter essere sostenibili. Bisogna capire che la cultura non va intesa come mero intrattenimento ma come uno dei driver che può attivare lo sviluppo locale e che può incrementare la crescita sociale ed economica. L’attività artistica deve essere parte integrante di un fenomeno più ampio che innesca relazioni virtuose, come il parternariato pubblico privato, e rende la comunità protagonista e non solo fruitrice dei processi culturali».
IL PROGRAMMA
E come veri protagonisti i cittadini vivono dei momenti di intimità con gli artisti di «Eruzioni Festival» grazie a OGM (Ospiti Genuinamente Mobilitati), di Officinae Efesti. La condivisione diventa incontro nei luoghi fino ad oggi definiti privati, diventa scambio ravvicinato di idee in un’atmosfera informale nelle abitazioni messe a disposizione da alcuni spettatori per una cena con artisti, pubblico e staff.
Il Festival propone anche momenti formativi con i workshops #welcomeLab_ritualità dell’accoglienza, idea di Officine Efesti a cura di Stefania Piccolo. Quaranta adolescenti, tra cui alcuni ragazzi a rischio, sperimentano diversi linguaggi espressivi dell’arte per sensibilizzarsi all’accoglienza e alla relazione con altre culture in un momento di urgenza e di trasformazione quale quello attuale.
Non manca neanche lo sharing da app, ma che qui ha ben altra finalità, raggiungere i luoghi dello spettacolo dislocati nell’area vesuviana. Grazie al parternariato di Eruzioni con iGoOn, l’app che permette di condividere l’auto, gli eventi si avvicinano e anche le persone, con un risparmio economico e di inquinamento.
Ovviamente gli artisti e i progetti del festival declinano il tema della condivisione con diversi approcci ed estetiche, come Domini Public del catalano Roger Bernat, per la prima volta in Campania, che in apertura di programma insieme a Muta Imago, in modo sofisticato e articolato, ha guidato ad azioni differenti, con una voce in cuffia, un gruppo di spettatori, protagonisti diretti dell’azione teatrale. La condivisione si è allargata allo spazio pubblico con Los Filonautas, esperienza di teatro di piazza dove gli attori-funamboli hanno messo in scena una pièce ispirata all’antica tradizione dei girovaghi o dei banditori. Per Wunderkammer Soap #4_Edoardo II, diretto da Ricci/Forte, il profondo dramma, tratto dall’opera di Christopher Marlowe, viene contestualizzato in una location metafora e simbolo della condivisione, lo Stabilimento Valletti di Ercolano, un capannone per il riclico e riutilizzo di abiti usati, dove vestiti indossati e condivisi da più persone diventano scenografia per un cortocircuito estetico. Dopo il Maledetti, di Salvatore Cantalupo, Teatropersona in L’ombra della Sera per la regia di Alessandro Serra, Claudia Fabris con Nostra signora dei palloncini e Flavia Mastrella e Antonio Rezza in Pitecus, e dopo i concerti di Terza classe e Giovanni Block Trio, il festival omaggia il 30 dicembre il musicista Pino Daniele con Nello Daniele, Tony Esposito, Jovine, Joe Amoruso, Rino Zurzolo per un gran finale condiviso.