In centinaia domenica nonostante il gelo sull’argine di Rottanova, frazione di Cavarzere. Lanterne cinesi, fiori di campo, testimonianze e dolorose scuse in riva all’Adige: nel nome di Sandrine Bakayoko, la 25enne ivoriana stroncata il 2 gennaio nel bagno del “campo” che ospita oltre un migliaio di migranti all’ex base Silvestri di Conetta. In mezzo alla piccola folla anche Mohammed, il compagno della ragazza che dopo il ricordo pubblico (organizzato da «Bassa padovana accoglie») verrà finalmente tumulata, grazie alla disponibilità di Davide Gianella, sindaco di Piove di Sacco, che ha firmato la deroga al regolamento comunale.

Intanto il “caso Cona” approda a Strasburgo: alla Corte europea dei diritti dell’uomo sono formalmente ricorsi quattro migranti (di cui tre minorenni) con il supporto legale di Asgi, Giuristi Democratici, Melting Pot Europa, Campagna LasciateCIEntrare. Hanno denunciato le «condizioni inumane e degradanti di accoglienza». Così la Corte ha già disposto che il governo Gentiloni «fornisca informazioni sulla natura della struttura di accoglienza, sulle condizioni lamentate, sulla presenza di minori e sulle misure eventualmente adottate a loro tutela». La prefettura di Venezia, proprio domenica mattina, ha provveduto a trasferire i tre minori in un’altra struttura. Tuttavia, un effettivo “censimento” all’interno dell’ex base di Conetta potrebbe confermare la presenza di altri minorenni con il conseguente rischio di sanzioni europee nei confronti dell’Italia.

Il contenzioso legale fa il paio, del resto, con la vera e propria “vertenza” aperta da mesi nei confronti della coop Edeco-Ecofficina, che gestisce anche analoghi centri nel Padovano e nel Trevigiano. In prima fila Giovanni Paglia (deputato Sinistra Italiana) presente anche durante il sopralluogo di Nicola Fratoianni due settimane fa. «Tutto quello che è successo poteva essere evitato: a novembre abbiamo visitato il Cpa di Cona e presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno in cui denunciavamo gravissime carenze strutturali: sovraffollamento, condizioni di vita insostenibili, circa il 50% degli oltre mille ospiti analfabeti a fronte di 73 tirocini formativi, difficoltà di garantire assistenza sanitaria, un centro considerato di transito dove risiedevano persone da ben oltre 12 mesi», ricorda.

E ora il regista Andrea Segre, che aveva lanciato l’appello per la cerimonia pubblica in ricordo di Sandrine, afferma: «Non si tratta di essere pro o contro l’accoglienza, ma di come farla. Vanno chiusi i posti dove c’è eccessiva concentrazione e vanno creati progetti diffusi che permettono di stare in luoghi più umani come appartamenti e case. Servono forme di accoglienza che creano e continuano a creare lavoro, eliminando le formule di appalto “in grande” che oltre a produrre condizioni disumane inducono anche, la magistratura ce l’ha detto, profitti “inadeguati”, se non addirittura meccanismi di corruzione».

Sabato a Padova è già in programma un’assemblea di coordinamento della “rete” di associazioni, amministratori, volontari che hanno assunto come impegno la chiusura dei “lager” nel cuore del Veneto. Infine, va segnalato il ricovero per sospetta meningite (per altro, già verificato non contagiosa) di un migrante bengalese di 19 anni. Alle 19 di sabato è scattato l’intervento del Suem-118: nella nebbia, l’ambulanza è arrivata in mezz’ora a Conetta. In infermeria, il ragazzo era assopito con la febbre e decisamente in condizioni urgenti. Tant’è che dal pronto soccorso di Piove di Sacco è stato trasferito al reparto di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera di Padova, che ha attivato tutte le procedure necessarie.