Mai più generali in pensione che passano al servizio delle imprese in rapporti di affari con la difesa. Lo stabilisce una legge approvata ieri all’unanimità alla camera. «Si potranno evitare i conflitti di interesse e aumenteranno la trasparenza e l’efficienza del sistema delle forze armate e delle industrie del settore», commenta il primo firmatario Carlo Galli (Pd). La necessità di una legge del genere era stata prevista nello stesso documento dei deputati Pd della commissione difesa che ha impegnato il governo (invano, pare) a dimezzare l’acquisto degli F35.
La commissione ha dato il via libera in sede legislativa (la legge passa immediatamente al senato) e all’unanimità. È previsto che generali (o equivalenti) una volta in congedo non potranno per tre anni assumere incarichi come dirigenti (presidente, amministratore, liquidatore, sindaco) ma neanche collaborare come consulenti con le società e imprese che producono sistemi d’arma. All’Agcom è affidato il compito di sanzionare le violazioni con una multa e la decadenza.
Della più importante impresa italiana produttrice di armamenti, Finmeccanica, è stato a lungo (fino allo scorso anno) vicepresidente l’ammiraglio Guido Venturoni, ex capo di stato maggiore della marina e della difesa, mentre l’attuale presidente Gianni De Gennaro – ex capo della polizia e dei servizi segreti – è un civile e come tale è escluso dall’ambito di applicazione della legge. Così come sono esclusi i parenti degli alti gradi militari.