Oggi si svolge a Roma, nella sede dell’ufficio di informazione del Parlamento europeo, il primo dibattito interparlamentare in vista della Cop21, la Conferenza dell’Onu del clima, che avrà luogo a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre. L’eurodeputato Gilles Pargneux (socialista francese) è il relatore del rapporto del Parlamento europeo, che verrà discusso in aula, a Strasburgo, a fine ottobre, per essere poi presentato alla Cop21. Il Parlamento europeo sarà presente al negoziato della Conferenza Onu, al pari delle delegazioni dei 196 stati partecipanti.

-L’Europa si lacera sull’accoglienza dei rifugiati che fuggono dalle guerre. Cosa succederà se non c’è accordo sul clima, il cui disordine già causa più di 22 milioni di profughi nel mondo?

“Se non ci sarà un accordo, sarà un fallimento mondiale. Se non si raggiunge un accordo vincolante per evitare che il riscaldamento climatico superi i 2 gradi, si parla di 200 milioni di profughi in prospettiva. A breve, dobbiamo regolare l’accoglienza dei rifugiati, con la ripartizione solidale, anche andando contro un’opinione pubblica in parte ostile, per restare conformi ai nostri ideali. Sul lungo periodo, bisogna arrivare alla stabilizzazione dei paesi d’origine, a cominciare da Siria e Iraq. Al tempo stesso, l’Ue deve mantenere degli obiettivi ambiziosi sul clima, per arrivare a un accordo alla Cop21, la più importante dopo Kyoto. Per il momento, su 196 paesi partecipanti, l’Onu ha solo ricevuto i contributi di una sessantina. Un po’ poco, che significa una previsione di riscaldamento di 3,5 gradi”.

-C’è accordo all’Europarlamento?

“C’è una posizione omogenea sugli obiettivi: diminuire del 40% le emissioni a effetto serra entro il 2030, portare le energie rinnovabili al 30%, migliorare l’efficacia energetica del 40% ed eliminare l’effetto serra all’orizzonte 2050. Adesso arriveremo a un compromesso in aula sull’attuazione di questo programma. Dal ’90 l’Europa ha già ridotto del 20% le emissioni ad effetto serra”.