All’hotel Ramada ieri si è tenuta l’assemblea provinciale del Pd di Napoli: la discussione era attesa dalla sconfitta alle comunali, inevitabile il congresso in primavera. Mentre i dem litigavano a Napoli, il governatore Vincenzo De Luca ad Afragola teneva a battesimo Campania Libera: da lista civica creata per intercettare i voti centristi a movimento politico per rafforzare la leadership di De Luca rispetto al suo stesso partito, il Pd. Al vicepresidente del consiglio regionale Tommaso Casillo, al consigliere Idv Franco Moxedano e al parlamentare di Sc Giovanni Palladino potrebbero aggiungersi altri componenti, a cominciare da Ncd, tanto da mettere i dem in minoranza all’interno dello schieramento che sostiene il governatore.
De Luca per due anni ha lavorato a depotenziare il Pd campano, diventando il principale interlocutore di Renzi. Dopo la sconfitta al referendum, ha scaricato l’ex premier cambiando strategia: rafforzare la componente personale e mettere in minoranza i consiglieri regionali Topo e Casillo, legati a Guerini e a Lotti. Non si arriverà alla rottura: il governatore sa che avrà bisogno del Pd per la rielezione e per far concorrere il figlio Piero alle politiche. Renzi su Repubblica promette di cambiare le facce del Pd in Campania, De Luca si organizza per rendere il compito impossibile, almeno per quanto lo riguarda. «Sentiamo la necessità di aprirci ad altre forze – ha spiegato ieri -. Siamo contro la politica politicante. A un amministratore bisogna chiedere: cosa hai fatto? Ce ne sono tanti ricchi di ammuina e non hanno fatto neppure un’opera».